Teppista no

mercoledì 14 Agosto 2013

manuale di conversazione, campanile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ultima volta – dirò meglio: l’unica volta; perché poi non ci rimisi più piede; e anche quella volta non ci sarei andato se non ci fossi stato condotto a viva forza – che visitai le carceri di W…, ebbi occasione di scambiare poche parole con un condannato a morte.
«Un pericoloso teppista del telefono,» mi spiegò a bassa voce il direttore, rispondendo all’occhiata con la quale gli avevo chiesto quali delitti avessero portato costui alla sedia elettrica.
Considerai con sincera pietà lo sciagurato. Egli, che certo lesse nei miei occhi i sentimenti umani che avevo a suo riguardo (ahimè, anch’io qualche volta sono stato un teppista del telefono – e chi non lo è stato almeno una volta nella vita? – ma l’ho fatta sempre franca), mi porse un manoscritto attraverso l’inferriata.
«Lo legga dopo la mia morte» disse.
Non obbedii al desiderio del condannato. Appena solo, volle dare un’occhiata al documento. Chi non l’avrebbe fatto? Se c’era anche una sola probabilità su mille di salvare lo sventurato, avevo il dovere di leggere subito. Ed ecco quello che lessi.

Oh, no. Io non sono un teppista del telefono. Non bisogna con troppa facilità tacciare di teppismo chi forse non è che un sentimentale. Che cos’è un teppista del telefono? Uno che molesta il prossimo anonimamente, per mezzo del telefono. Io no. Io sono un sentimentale. Ogni tanto, per esempio, avevo la nostalgia di riudire la voce di un mio caro amico, Giovannetty. Lo chiamavo al telefono, lo ascoltavo mentre diceva con insistenza: «Pronto? Con chi parlo?»; io, zitto, stavo ad ascoltare per pochi secondi, poi pian pianino riattaccavo il ricevitore. Giovannetty non sospettava nemmeno lontanamente che il suo vecchio amico s’era procurato il piacere di riudir la sua voce. D’altronde, è un attaccabottoni e, se non fossi ricorso a questo sistema, non me ne sarei liberato tanto facilmente. È colpa mia se sono nato con un temperamento nostalgico? Perciò ditemi tutto, ma non mi dite teppista. Ditemi, magari, sentimentale. Incorreggibile sentimentale. Ecco, sentimentale lo accetto, teppista no.

[Achille Campanile, Manuale di conversazione, Milano, Rizzoli 2012, pp. 232-233]