Sul sacro (nuova versione)

giovedì 11 Novembre 2010

Quando stendi il bucato, e poi esci e torni a casa e senti odore di sapone di Marsiglia.

Quando hai un computer nuovo e stai caricando il programma di scrittura.

Quando sei in giro, in centro, con tua figlia, e ti volti a vedere se è dietro di te e la vedi e ti vien da pensare “Ma com’è bella”.

Quando firmi un contratto di allacciamento del gas.

Quando vedi che gli alberi sono diversi e pensi “L’autunno ha cambiato il giardino”.

Tutte le volte che ti svegli che hai fame.

Quando senti qualcuno che sta attento a quello che dice.

Quando ti rammendi le tasche della giacca.

Quando si beve il primo vino dell’anno, hai vent’anni, e sembra un succo di frutta, si e no cinque gradi.

Quando vedi un uomo assorto nei suoi pensieri.

Quando stai per lasciare l’appartamento nel quale hai abitato tre anni, fai l’ultimo giro e trovi il mozzicone di candela che avevi usato il primo giorno che c’eri entrato, che non ti avevano ancora attaccato la corrente.

Quando stai stendendo i panni e ti sorprendi a cantare.

Quando sei in giro, al mattino, per il centro, e tutti i posti in cui devi andare sono ancora chiusi, e entri in un bar, e ti ci fermi mezz’ora, e ci trovi una folla di pensionati che gira intorno ai quotidiani come i bambini, con la bella stagione, intorno alle altalene dei giardini pubblici.

Quanto tuo babbo ti chiama Ligera, hai tre anni, e tu pensi che voglia dire cravatta, e sei contento che tuo babbo scherza con te.

Quando esci da lavorare, hai sedici anni, hai fatto otto ore in un prosciuttificio, e adesso vai a casa, e se così contento che ti strapperesti i capelli.

Quando sei a letto, e sei stanco, e dici alla tua gatta, che ha quattordici anni, Vieni qui, e la gatta vien lì.

Quando sei sulle spalle di tuo nonno, e fate una gara di corsa, e tu e tuo nonno vincete, e tu eri il più piccolo e non vincevi mai.

Quando su per una salita, sull’appennino, è notte, hai ventisei anni, sei a piedi, per mano a una ragazza, e voltate l’angolo della strada e c’è un mare di lucciole, e non è normale, tutte queste lucciole, dev’esser successo qualcosa.

Quando tagli il pane, certe volte.

Quando sei da solo, e ti apparecchi.

Quando parli e ti sembra di sentire tuo babbo, che è morto da undici anni.