Stepan Trofimovič Verchovenskij

giovedì 26 Ottobre 2017

Egli stesso aveva creduto sinceramente, per tutta la sua vita, che in certe sfere lo temessero continuamente, che i suoi passi fossero incessantemente noti e contati, e che ciascuno dei tre governatori succedutisi da noi negli ultimi vent’anni, arrivando per assumere il governo della provincia, venissero già con idee di prevenzione verso di lui, cioè con un particolare concetto misto di preoccupazione, ispiratogli dall’alto, prima di ogni altra cosa, all’atto della consegna della provincia. Se qualcuno avesse voluto persuadere l’integerrimo Stepan Trofimovič, con prove inconfutabili, che non aveva nulla da temere, egli se ne sarebbe certamente offeso. Ed era tuttavia un uomo intelligentissimo e dotato di molto ingegno, un uomo, per così dire, anche di scienza, benché nella scienza… sì, insomma, nella scienza egli non avesse fatto molto, anzi, a quanto pare, non avesse fatto nulla. Ma con gli uomini di scienza da noi in Russia questo avviene di continuo.

[Fëdor Dostoevskij, I demoni, traduzione di Rinaldo Küfferle, Milano, Mondadori 2016, p. 7]