Spatuclare (o spatuclarsi)

venerdì 15 Gennaio 2010

[Mercoledì 20 gennaio, alla modo infoshop, c’è una lettura in occasione dell’uscita del quaderno della Scuola elementare di scrittura emiliana (vedi colonna qui di fianco, pubblici discorsi). Metto qua sotto uno dei compiti che sono stati dati alla scuola e la soluzione di Matteo Martignoni]

Compito della parola inventata: inventate una parola e scrivetene la definizione.

Spatuclare o Spatuclarsi. È un verbo di uso non comunissimo. Anzi si può dire che è poi ristretto alla sola comunità linguistica di FidenzaOvest-Alseno. Anzi per restringere il cerchio io tirerei in ballo solo la località Rimale, frazione del Comune di Fidenza. Però a pensarci meglio io i miei vicini, con tutto che non è che ci parlo spesso e che i più vicini sono oltretutto indiani, che fanno i vaccari, ecco non credo che si possa parlare proprio di una distinta comunità linguistica. Allora facciamo che è un verbo che lo uso solo io a casa mia.
Tale verbo serve a descrivere una situazione particolare legata ad un oggetto nello specifico: il piumone. Che se c’è una gioia che ho nella mia vita, una soddisfazione, un traguardo raggiunto, quello lì è il mio piumone ikea, imbottitura sintetica grado di calore caldo.
Quando ti svegli in un ottobre qualunque in Emilia che è domenica. Quando ti svegli in quella maniera lì, naturale diciamo. Senza l’interruzione artificiale di sveglie, radiosveglie, orologi elettronici da polso, sveglie del telefono cellulare. Allora si può parlare dell’atto dello spatuclamento.
Apri gli occhi e li richiudi ancora. Il tempo per ripararti dal sole che entra di straforo dal buco che hai negli scuri. Un buco di picchio. Che per ripararti da quella luce lì ti rigiri su te stesso e ti avvolgi tutto dentro il tuo piumone. Piumone che nell’aria canaglia della campagna della pianura emiliana al confine tra Parma e Piacenza mi sfrutta a pieno il grado di calore caldo dichiarato all’atto della vendita.
E allora per incanto c’è quella sensazione lì che te non puoi dire se dormi o sei sveglio. E navighi in questa bolla soffice come dentro un cotton fioc, e ti giri e ti rigiri come un bambino. E pensi che davanti c’hai tutta una domenica da non fare un cazzo. E allora ci sei te e il tuo piumone. E staresti li delle ore intere. Questo qui a grandi linee è quello che intendo per spatuclare.
(Matteo Martignoni)