Sottosuolo
martedì 17 Gennaio 2012
Io, per esempio, odiavo il mio volto, trovavo che fosse ripugnante e sospettavo, perfino, che avesse un’espressione vile, e perciò, ogni volta che andavo in ufficio, mi sforzavo, tormentandomene, di comportarmi nel modo più indipendente possibile perché non mi sospettassero di viltà, e cercavo di atteggiare il volto nel modo più nobile possibile. “Non sarà magari un volto bellissimo, – pensavo, – ma che almeno sia nobile, espressivo, e, cosa più importante, straordinariamente intelligente”.
[F. M. Dostoevskij, Memorie del sottosuolo]