Sotto il letto della Battaglia
L’altroieri, sotto il letto della Battaglia, a Basilicanova, ho trovato una scatola con la prima stampata di Le cose non sono le cose, che è il primo libro che ho pubblicato, nel 1999, e l’ho scritto nel ’98, e questa stampata conteneva anche una specie di capitolo che si intitolava Brevissima storia parziale dell’avanguardia russa che poi nel libro non c’è entrato e dentro c’era anche un testo di Kručenych che si intitolava Chissà quando e dove ci attende la morte che faceva così:
Un filosofo entrò nel gabinetto e non chiuse la porta. Alja aveva bisogno di entrare lì dentro. Trovò la porta non chiusa a chiave e fece per entrare, ma vedendo lì dentro il filosofo borbottò confuso delle scuse. “E perché non avete chiuso la porta a chiave?”. “Chissà quando e dove ci attende la morte – gli rispose il filosofo, – se avessi chiuso a chiave la porta e fossi morto, poi nessuno avrebbe potuto usare il gabinetto”.
[Da A. Kručenych, Porosjata (Porcellini), Mosca, 1913, in S. Vitale (a cura di) L’avanguardia russa, Milano, Mondadori 1978, p. 122]