Sostituzione (3)
Un altro pezzo che viene dagli esercizi di sostituzione della scuola elementare di scrittura emiliana. È di Giorgia (Vezzali) che ha usato come testo base una poesia di Jacques Prévert. Giorgia pensa che il pezzo originale, che ci ha letto a scuola, fosse troppo lungo per il sito, e l’ha un po’ ridotto.
Questo dentista.
Questo dentista.
Così violento. Così fragile. Così tenero. Così disperato.
Questo dentista. Bello come il giorno. E cattivo come il tempo.
Quando il tempo è cattivo.
Questo dentista così vero. Questo dentista così bello.
E così beffardo.
Tremante di paura come un bambino al buio.
E così sicuro di sé. Come un uomo tranquillo nel cuore della notte.
Questo dentista che impauriva gli altri.
Che li faceva tacere. Che li faceva impallidire.
Questo dentista spiato. Perché noi lo spiavamo.
Questo dentista sempre nuovo. E che non è mai cambiato.
Vero come una pianta. Tremante come un uccello. Caldo e vivo come l’estate.
Noi possiamo dimenticare. E quindi riaddormentarci.
Risvegliarci soffrire sopportare. Addormentarci ancora.
Svegliarci sorridere e ridere.
Il nostro dentista è là. Testardo come un asino.
Vivo come il desiderio. Crudele come la memoria.
Sciocco come i rimpianti. Tenero come il ricordo.
Freddo come il marmo. Fragile come un bambino.
Questo dentista ci guarda sorridendo.
E ci parla senza dir nulla.
E io tremante l’ascolto.
E grido.
Grido per te. Grido per me.
Per te per me e per tutti gli altri. Che non conosco.
Fermati là. Là dove sei. Là dove sei stato altre volte.
Fermati. Non muoverti. Non andartene. Non dimenticarci.
Anche se molto lontano, sempre.
E non importa dove.
Dacci un segno di vita.