Sono bravissimi

sabato 13 Ottobre 2012

Sono andato a controllare, sono circa sei mesi, che tengo questa rubrica che tutti i venerdì scrivo un pezzetto per Libero, e ci son dei venerdì, come oggi, che faccio fatica, a trovare le cose da dire. E mi vien da chiedermi come fanno quelli che fanno i giornalisti a tempo pieno, che tutti i giorni hanno qualcosa da dire. Sono bravissimi, perché io, molte settimane, e dovendo scrivere soltanto un pezzetto alla settimana, provo a buttar giù qualcosa ma poi, quasi subito, mi sembra di non avere niente da dire. E allora mi sembra di non esser capace, mi faccio prendere dallo sconforto, cominciano a arrotolarsi dei ragionamenti, nella mia testa, «Se dici qualcosa, – mi dico, – devi avere qualcosa da dire. Non puoi dire qualcosa che non hai niente da dire. Se non hai niente da dire, puoi fare dell’altro, non so, puoi tacere, ma se fai quello, se dici qualcosa, si suppone che tu abbia qualcosa da dire, o no? Perché se dici qualcosa che non hai niente da dire, – mi dico, – come fai? È come disegnare qualcosa se non hai niente da disegnare, o mangiare qualcosa se non hai niente da mangiare, o bere qualcosa se non hai niente da bere, come fai? O no?» mi chiedo. E poi mi rispondo «Hai ragione». Anche se dopo, alla fine, in un modo o nell’altro, di riffa o di raffa, poi va sempre a finire che dico qualcosa, anche le volte che non ho niente da dire, mi sembra.

[Uscito ieri su Libero]