Sindrome da pagina bianca

giovedì 8 Agosto 2013

joel dicker, la verità sul caso harry quebert

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A pagina 440 del romanzo di Joël Dicker La verità sul caso Henry Quebert si legge: «Domenica, 31 agosto 1975. Una pioggia glaciale sferzava la regione, che era invasa da una densa nebbia proveniente dall’oceano». Ecco, forse mi sbaglio, ma a me sembra che cose di questo tipo, una pioggia glaciale che (in agosto) sferza la regione invasa da una densa nebbia proveniente dall’oceano, succedano solo dentro i romanzi, e le 770 pagine del romanzo di Dicker mi sembra abbondino di cose e di frasi che si sentono solo dentro i romanzi, come «il blocco dello scrittore» (a p. 32), «il panico della pagina bianca» (p. 156), «A che serve vivere, se non si può amare?» (p. 323), «Al cuore, purtroppo, non si comanda» (p. 224), «New York stesa davanti con le sue mille luci a perdita d’occhio» (p. 406), «Sindrome da pagina bianca» (p. 408), «Blocco dello scrittore» (p. 408), «il tipo del golden boy ricco sfondato» (p. 457), «Un chiodo aveva bucato lo pneumatico» (p. 458), «un successo fenomenale» (p. 621), «Non è mai troppo tardi per amare di nuovo» (p. 623) e così via.
Il romanzo racconta il modo in cui un giovane scrittore cerca di aiutare uno scrittore non più giovane, suo maestro, a liberarsi da un’accusa di omicidio. L’occasione in cui lo scrittore non più giovane, che insegna all’università di Burrows, nel Massachusetts, e si chiama Harry Quebert, si accorge del giovane scrittore, che si chiama Marcus Goldman e di quell’università è studente, coincide con un giorno del 1998 in cui «Harry Quebert iniziò la lezione in questo modo: “Signore e signori, siamo tutti molto eccitati per ciò che sta succedendo a Washington, vero? L’affare Lewinsky… Pensate un po’, fino a oggi, in tutta la storia degli Stati Uniti d’America, ci sono stati soltanto due fattori in grado di porre fine a un mandato presidenziale, essere un farabutto conclamato, come Richard Nixon, o morire. E, fino a oggi, nove presidenti hanno visto interrompersi il proprio mandato per una di queste due cause. Ma ecco che oggi una terza causa sembra aggiungersi a questo elenco: la fellatio. Il rapporto orale, il pompino, la pompa…Perché sono queste le cose alle quali si appassiona l’America: gli scandali sessuali, le questioni di decenza. L’America è il paradiso del pisellino. E vedrete che tra qualche anno nessuno si ricorderà più che Clinton ha raddrizzato la nostra economia disastrosa, è riuscito a governare pur avendo una maggioranza repubblicana al senato, e ha portato Rabin e Arafat a stringersi la mano. Per contro, tutti ricorderanno il caso Lewinsky, perché un pompino, signore e signori, resta scolpito nella memoria. D’accordo, al nostro presidente piace farselo succhiare, di tanto in tanto. E con ciò? Di sicuro non è il solo. A chi altro piace in quest’aula?”. Su quelle parole, Harry tacque e scrutò l’uditorio. Ci fu un lungo silenzio: quasi tutti gli studenti si guardarono le scarpe /…/ Ma io alzai la mano. Ero seduto nelle ultime file, e Harry, indicandomi col dito, tuonò rivolgendosi a me: “Si alzi in piedi, mio giovane amico. Si faccia vedere bene e ci dica cos’ha nel cuore.” Io salii fieramente sulla sedia. “Professore, a me i pompini piacciono moltissimo. Mi chiamo Marcus Goldman e adoro farmelo succhiare. Proprio come il nostro amato presidente.”» (pp. 100-101). Da questa occasione, tra i due nasce una grande amicizia, in seguito alla quale il giovane scrittore si azzarda a confessare allo scrittore non più giovane «”Voglio scrivere un capolavoro.” “Un capolavoro?” “Sì, voglio scrivere un grande romanzo con delle grandi idee. Voglio scrivere un libro che lasci il segno.”». E lo scrittore non più giovane comincia a insegnare al giovane scrittore come si fa, come ci comporta, come ci si veste, quello che si deve dire, e una parte significativa del libro diventa una specie di manuale scrittura dove si legge, tra le altre cose: «“E tu, piuttosto, cosa ci fai in terrazza, a quest’ora?” “Osservo, Marcus.” “Cosa osservi?” “Vedi quella radura in mezzo ai pini, di fronte alla spiaggia?”» (p. 132), «Insomma, Harry, come si diventa uno scrittore?» (p. 163), «E i personaggi? A chi ti ispiri per i tuoi personaggi?» (p. 205), «“Marcus, sai qual è l’unico modo per misurare quanto ami una persona?” “No.” “Perderla.”» (p. 253), «Marcus, qualcuno vorrà farti credere che i libri hanno a che fare con le parole, ma è falso» (p. 400), «Sindrome da pagina bianca» (p. 408), «Blocco dello scrittore» (p. 408), «Impresa titanica» (p. 415).
E, per finire, il consiglio di pagina 677: «”La tua vita sarà costellata di grandi avvenimenti. Parlane nei tuoi libri, Marcus. Perché se quei libri dovessero rivelarsi brutti, avranno almeno il merito di consegnare ai lettori qualche pagina di storia”. “Estratto dell’edizione del Concord Herald del 5 novembre 2008. Barack Obama è il Quarantaquattresimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Il candidato democratico Barack Obama ha battuto nelle elezioni presidenziali il repubblicano John McCain e sarà il quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti d’America. Il New Hampshire, che nel 2004 aveva dato la vittoria a George W. Bush, è tornato a votare per i democratici. […]».

[uscito oggi su Libero]