Senza vergogna e senza sosta

giovedì 12 Novembre 2020

L’uomo russo di fede è ossessionato dall’idea del peccato e della salvezza. Ogni volta che ringrazia, augura al suo prossimo di essere salvato: spasibo, grazie, significa proprio «che Dio ti salvi». La paura di peccare può essere messa in relazione alla concezione diversa del peccato elaborata dai cattolici e dagli ortodossi: per questi ultimi il Purgatorio non esiste, i peccati non si differenziano tra mortali e veniali, ma sono tutti egualmente gravi; il confessore non assolve il peccatore, ma recita una preghiera invocando il perdono divino. Eppure peccare è umano, e il peccato è spesso dolce come un frutto maturo, e allora il poeta Aleksandr Blok invita a “Peccare senza vergogna e senza sosta, perdere il conto dei giorni e delle notti, e con la testa piena di ubriachezza insinuarsi nel tempo del Signore”.

[Francesca Legittimo, La sfinge russa, Milano, Hoepli 2020, p. 37]