Nel vespero migrar
Oggi, dalla libreria, è saltato fuori un libretto di Giampaolo Dossena che si intitola T’odio empia vacca, sottotitolo Dileggio e descolarizzazione, dove Dossena riscrive delle poesie diventate famose Per costrizione scolastica.
San Martino, di Carducci, per esempio (La nebbia agli irti colli / piovigginando sale, / e sotto il maestrale / urla e biancheggia il mar) diventa così:
L’eccellente visibilità alle ravviate pianure,
perdurando il clima secco, cala,
e sotto lo scirocco
sussurra e nereggia la terra.
Ma per le piazze delle metropoli
dallo stagnar delle botti
viene la melliflua impercettibilità olfattiva delle acque
i corpi a rattristar.
Sta ferma sulle sterpaglie spente
la casseruola facendo cilecca;
s’aggira il pescatore battendo le mani
nei penetrali della casa senza degnar d’un guardo,
tra i verdastri sereni
un isolato pesce bianco
come sedentario sentimento
nell’alba rimpatriar.