Riscrivere

martedì 24 Novembre 2009

Alessandro Beretta mi ha chiesto, in occasione del BookJockey day (si chiama così) che ci sarà sabato a Milano, di fare una specie di cover dell’inizio di un romanzo celebre. Allora ho provato a riscrivere l’inizio di Anna Karenina:

Tutte le classi disciplinate sono simili fra loro, ogni classe indisciplinata è indisciplinata a modo suo.
Tutto era in scompiglio nella prima A commercio estero dell’Istituto Tecnico Commerciale Macedonio Melloni. La professoressa di geografia aveva saputo che il bidello intratteneva una relazione con la professoressa di francese che aveva avuto la supplenza nella loro classe, e aveva dichiarato al bidello di non poter più vivere nella stessa scuola con lui. Questa situazione durava già da più di due giorni ed era avvertita in modo doloroso dai professori e dagli alunni, nonché da tutto il personale non docente. Tutti i membri del corpo insegnate e il personale non docente sentivano che la loro convivenza non aveva più senso, e che persone riunite dal caso in una locanda qualsiasi erano più legate fra loro che non essi, i dipendenti dell’Istituto Tecnico Commerciale Macedonio Melloni. La professoressa di geografia non usciva più dalla sala insegnanti; il bidello non era a scuola da due giorni. Gli alunni correvano abbandonati per la scuola; la supplente di francese aveva litigato con la vicepreside e scritto un biglietto al provveditore, pregandolo di cercarle un nuovo posto; il professore di ginnastica se n’era andato già il giorno prima durante l’intervallo; l’insegnante di religione e quella di merceologia si erano messe in malattia.

Per leggere l’originale, cliccare qui:

Tutte le famiglie felici sono simili sono simili fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.
Tutto era in scompiglio in casa Oblonskij. La moglie aveva saputo che il marito intratteneva una relazione con la governante francese che era stata in casa loro, e aveva dichiarato al marito di non poter più vivere nella stessa casa con lui. Questa situazione durava già da più di due giorni ed era avvertita in modo doloroso dai coniugi e da tutti i membri della famiglia, nonché dai domestici. Tutti i membri della famiglia e i domestici sentivano che la loro convivenza non aveva più senso e che persone riunite dal caso in una locanda qualsiasi erano più legate fra loro che non essi, familiari e domestici degli Oblonskij. La moglie non usciva dalle sue stanze; il marito non era in casa da più di due giorni. I bambini correvano abbandonati per la casa; la governante inglese aveva litigato con l’economa e scritto un biglietto a un’amica, pregandola di cercarle un nuovo posto; il cuoco se n’era andato già il giorno prima durante il pranzo; la sguattera e il cocchiere si erano licenziati.

(L. N. Tolstoj, Anna Karenina, Milano, Garzanti, ottobre 1981, VII edizione, traduzione di Pietro Zvetermich, p. 5)

[esce oggi sul Corriere della Sera]