Ringraziamento
/…/ Noi siamo austriaci, siamo apatici; siamo la vita intesa come ignobile disinteresse nei confronti della vita, siamo, nel processo naturale, la megalo-mania intesa come futuro.
Non abbiamo niente da riferire, se non che siamo miserabili, schiavi, per forza d’immaginazione di una monotonia filosofico-economico-meccanicistica.
Strumenti del declino, creature dell’agonia; se tutto ci si spiega, nulla noi capiamo. Noi popoliamo un trauma, abbiamo paura, abbiamo diritto ad avere paura, vediamo già, pur se confusi sullo sfondo: i giganti dell’angoscia.
Quello che pensiamo è pensato di riporto, quel che proviamo è caotico, quel che siamo non è chiaro.
Non occorre che ci vergogniamo, però noi siamo davvero niente e non meritiamo nient’altro che il caos.
A mio nome e a nome degli altri premiati ringrazio questa giuria, ed espressamente i convenuti.
[Dal Discorso in occasione della consegna del Premio Nazionale Austriaco, in Thomas Bernhard, I miei premi, traduzione Elisabetta Dell’Anna Ciancia, Milano, Adelphi 2009, pp. 115-116]