Ridere
Un altro breve racconto: tre settimane fa incontrai in treno fra Petrograd e Mosca un soldato dell’armata di Persia. Mi raccontò i particolari sullo scoppio. Appena avvenuto, i soldati, accerchiati dal nemico, in attesa di un convoglio, si misero a cercare i brandelli dei cadaveri dei compagni e a ricomporli. Ci misero molto tempo. Naturalmente parti di corpi furono confuse. Un ufficiale si avvicinò alla lunga fila di cadaveri. L’ultimo era stato composto con i pezzi avanzati. Era il torso d’un uomo di forte corporatura. Vi era stata accostata una piccola testa e sul petto, incrociate, stavano due piccole mani ineguali, ambedue sinistre.
L’ufficiale stette piuttosto a lungo ad osservare, poi sedette per terra e si mise a ridere… ridere… ridere…
[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, cit., p. 155]