Quindi

martedì 25 Marzo 2014

Clelia Marchi, Il tuo nome sulla neve

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quindi se c’è persone che possono aiutare ai malati, è la più bella cosa che uno può fare nella vita: se sapessimo, ò pensassimo quando si è ammalati trovare persone che ti qura, ti copre, ti dà da bere, è un gran piacere: ne ò fatte tante d’inniezioni, e per niente, ancora li farei: ma alla mia età, cosa mi aspetta… se non la morte?! Poi che serve essere sempre in ansia; l’ansia impedise di vedere la more, non sono mai stata felice ò poco e anche sono anziana non posso sperare più niente dalla vita, sono sempre in ansia perchè??? Perchè ne ò passato di tutti i colori, di ogni erbe un fascino: essere felici non è facile, mi sento molto vecchia, ò vissuto sempre in campagna, là mia vita è stata tanto faticosa; e dura; con mio marito ci siamo tanto amati, sono rimasta vedova quasi all’improvviso, mi sento vuota, finita, inutile passo le mie giornate à piangere, non l’avrei mai pensato, che dopo 50 anni di matrimonio separarci così; tute le mie tristezze le scrivo di notte, che poco dormo; come un essere umano quando à dei dispiaceri…

[Clelia Marchi, Il tuo nome sulla neve (Gnanca na busia), Milano, ilSaggiatore 2012, pp. 69-70]