Questo libro
Non essendo uno slavista, e avendo letto il libro in modo irresponsabile e asociale, sono esentato da talune proposizioni altrimenti vincolanti, che vanno dall’insondabile anima russa, alla decadenza della borghesia di campagna, alla crisi morale di una società che anelava ancora occulte palingenesi.
Penso che se questo libro, a 120 anni dalla sua pubblicazione, continua ad affascinare lettori né slavi, né borghesi campagnoli decadenti, né specialmente profetici, qualche segreto e potente motivo deve esserci; ghiacché questo libro, che apparentemente non racconta pressoché nulla è uno dei capolavori più insinuanti di quella incredibile letteratura russa dell’Ottocento.
[Giorgio Manganelli, Il sogno di Oblomov mite fantasma-eroe, in Ivan Gončarov, Oblomov, Torino, Einaudi 2000, pp. V-VI]