Quello che so

sabato 24 Maggio 2014

L’altro giorno ero in stazione a Bologna, dovevo andare a Parma con il treno delle 9 e 52, che parte dal primo binario del piazzale ovest, ho fatto per vidimare il biglietto, sulla vidimatrice ho trovato una ventina di bigliettini elettorali, quelli che si chiamano forse santini, grandi come un biglietto da visita, che invitavano a votare per uno che si chiama Zoffoli. C’era scritto, se non ricordo male, «Lascia un segno in Europa, scrivi Zoffoli», e Zoffoli era scritto con la Zeta che ricordava la zeta di Zorro.
Eran belli, devo dire, i santini di Zoffoli, mi eran piaciuti, solo che mi son chiestoo chi è che può aver pensato che uno che trova un santino sulla vidimatrice del primo binario del piazzale ovest della stazione di Bologna dopo vota per quello che c’è scritto su quel santino lì.
Che tra l’altro Zoffoli, come nome, mi era venuto in mente che da qualche parte nell’opera del grande poeta romagnolo Raffaello Baldini ci doveva essere scritto «Non son mica la serva di Zofoli», e sono andato in rete a cercare ho trovato che «Fare la figura della serva di Zoboli», in Romagna, vuol dire «essere uno sprovveduto», perché la serva di Zoboli, o di Zoffoli, o di Zofoli, c’era scritto in reta, era una ragazza di paese che oltre a dover mettere in ordine a casa di questo Zoffoli, o Zoboli, o Zofoli, è passato del tempo non si sa bene, doveva giocare a carte con lui tutte le sere.
Zoboli, o Zoffoli, o Zofoli, che era bravo, a giocare, vinceva tutte le sere e si riprendeva tutte le sere la paga giornaliera della sua serva che, poveretta, lavorava gratis, c’era scritto in rete.
E a me era sembrato così strano, questo nome Zoffoli, che mi era venuto in mente Michele Serra, che si era lamentato, qualche giorno prima, che uno gli aveva rubato l’identità su facebook, e a proposito di identità rubate mi era venuto in mente anche Alberto Moravia che, come si sa, in realtà si chiamava Pincherle, Alberto Pincherle, e Moravia era uno pseudonimo, e quando Alberto Pincherle detto Moravia aveva saputo che c’era un Alberto Moravia che si chiamava veramente Alberto Moravia che voleva pubblicare un romanzo, gli aveva fatto causa, e i giudici avevan dato ragione all’Alberto Moravia finto e avevano impedito all’Alberto Moravia vero di pubblicare un romanzo con il suo nome, che è una storia che a me sembra incredibile anche se, mi rendo contro, non c’entra niente, con Zoffoli, o Zoboli, o Zofoli.
Che però Zoffoli, devo dire, a me delle elezioni europee del 25 maggio non interessava molto fino a quando non ho trovato il santino di Zoffoli, che adesso son proprio curioso: riuscirà Zoffoli, con la sua temeraria campagna elettorale ferroviaria, a guadagnare un posto al parlamento di Strasburgo? O si dice di Bruxelles? Non so proprio niente.

[uscito ieri su Libero]