Quello che siamo
Un aneddoto riportato da un amico di Wahrol, il cineasta Emile Di Antonio, e che il filosofo Arthur Danto ha giustamente sottolineato, riassume il nuovo rapporto che questa arte stabilisce tra sé e noi.
Quando Wahrol era ancora, come artista, alla ricerca di sé, aveva sottoposto un giorno a questo amico due quadri che rappresentavano tutti e due una bottiglia di Coca-Cola. Su di uno la bottiglia era tutta maculata di colori (quella che Danto chiama la bottiglia di Coca-Cola espressionista astratta), sull’altro era semplicemente riprodotta in bianco e nero, nello stile grafico che sarà, poi, quello del pop. Di Antonio non ha dubbi: «Andy, il quadro astratto fa schifo, l’altro è notevole. È la nostra società, è quello che siamo».
[Catherine Millet, L’art contemporain. Histoire et géografie, Paris, Flammarion 2006, p. 42]