Qualcosa (riunione del 16.9,2017)

martedì 26 Settembre 2017

15:10 – Portiamo i libri in tribunale. La riunione si apre. Paolo comincia riprendendo il discorso di Portiamo i libri in tribunale (o, come diceva Gaetano, Chi legge è uguale per tutti), cioè quell’idea di cui si era parlato nella riunione precedente di fare, al tribunale di Bologna, un processo contro un personaggio tratto da un classico della letteratura, come è stato fatto con Madame Bovary al tribunale di Trinitapoli (BT). Paolo ha da poco visto Agata, che ha organizzato il processo a Trinitapoli, e la novità è che per Bologna, anche se bisogna decidere chi sarà ancora il personaggio imputato, ci sono già due avvocati che si sono resi disponibili per fare la parte della difesa. Bisognerà ora trovare qualcuno che faccia la parte del Pubblico Ministero e del Giudice. I testimoni a favore o contro l’imputato saranno invece delle persone che hanno letto il libro e si sono fatti una loro idea del personaggio. Paolo dice che bisogna organizzarsi, perché l’obiettivo è quello di fare questa cosa intorno al mese di aprile dell’anno prossimo. Le testimonianze e le arringhe potrebbero anche essere registrate e sbobinate in vista di una possibile pubblicazione del materiale nella rivista.
15:15 – Prossime riunioni La prossima riunione plenaria si terrà il 20 gennaio. Per chi può partecipare, e abita a Bologna, ogni tre settimane saranno organizzate delle micro riunioni all'[Ateliersì]
15:19 – Manifesto dei Sapodisti e altri Manifesti. Si potrebbero raccogliere dei testi che siano dei manifesti di correnti artistiche e letterarie inesistenti, o da fondare, scritti in un modo che in qualche modo richiami i manifesti dei gruppi avanguardistici che circolavano nel primo Novecento in tutta Europa e specialmente in Russia, dove di riviste e gruppi di avanguardia ce n’erano tantissimi, che nascevano e si disfacevano nel giro di poco tempo e avevano spesso nomi strani e fantasiosi quali: chiaristi, adamisti, imaginisti, gilejani, futuristi, egofuturisti, cubofuturisti, poeti contandini, mezzaninisti, raggisti, realisti, centrifughisti, costruttivisti, serapionisti, espressionsti, impressionisti, biocosmici, luministi, form-libristi, nEoclassicisti, emozionalisti, fuisti, quarantunisti, nullisti, tuttisti.

Paolo dice che si potrebbe partire dal manifesto dei Sapodisti (dal dialetto parmigian Sapodìs, cioè se potessi), ovvero il Manifesto di tutti quelli che se potessero e soprattutto se avessero del tempo da dedicare alla scrittura scriverebbero dei capolavori di sicuro ma purtroppo non possono. L’ idea è stata già lanciata dal suo sito qualche giorno fa e nel frattempo sono arrivati i primi testi. Uno di questi, scritto da Barbara, fa semplicemente così: “Se avessi avuto tempo avrei scritto un manifesto dei sapodisti bellissimo”.
15:26 – Progetto grafico. Un’altra questione sulla quale bisogna cominciare a lavorare prima possibile è quella dell’aspetto grafico della rivista. Stefano ha già inviato alcune illustrazioni a mano libera, per alcune rubriche che si stanno preparando per Qualcosa (Brutte figure, Storia della canzone italiana). Paolo dice che sono dei bei disegni ma che secondo lui il tratto è un po’ troppo pieno, mentre lui vorrebbe qualcosa con un segno grafico essenziale e dove ci sia molto bianco e molta economia di mezzi. Gli piace però molto l’idea delle illustrazioni fatte a mano. Fatto a mano a Parma è anche un complimento, e vuol dire che una cosa, o anche una ragazza, sono cosi belle che sembrano fatte, appunto, a mano. Delle belle idee potrebbero venir fuori ispirandosi anche in questo caso alle illustrazioni degli almanacchi e dei libri pubblicati dai poeti avanguardisti russi, che erano delle edizioni autoprodotte fatte con pochissimi soldi, ma che sfruttavano questa povertà di mezzi (anche Qualcosa avrà pochi mezzi) come punto di forza, traducendola in una specie di estetica della sobrietà. Paolo mostra alcune pagine di due cataloghi che ha portato da casa, che contengono alcune illustrazioni che compaiono in questi libri autoprodotti. Tra i disegni mostrati c’è anche la copertina disegnata da Larionov per il libro Pomada di Aleksej Kručënykh, dove compare il primo esempio di poesia transmentale, la copertina di Igra v Adu disegnata da Malevič e la copertina di Troe disegnata dalla Gončarova.

15:32 – Materiale inviato. Si parla del materiale che è arrivato, che continua ad aumentare. Paolo dice che ha notato che ci sono dei brani che sono dentro la griglia dei temi che sono stati proposti nelle scorse riunioni (brutte figure, canzoni italiane nella biografia degli italiani, etc) e altri invece che non si inseriscono in questo schema. Dice però anche che a volte gli sembra che ci siano dei pezzi fuori dalla griglia che gli sembrano molto in linea con l’idea che ha lui di come deve essere Qualcosa e altri invece, che pur essendo nella griglia, secondo lui hanno uno stile che si adatta meno al taglio che vorrebbe dare alla rivista.
15:36 – La poetica. Paolo parla del testo su un animale immaginario inviato da Claudia (Il rompizzo). Dice che a lui questo pezzo sembra rimandare in qualche modo ad altre esperienze di scrittura emiliana, in particolare all’universo dei lunatici di Ermanno Cavazzoni. Cosa che secondo lui è poco nello spirito di Qualcosa, perché per come la vede lui noi di Qualcosa più che lunatici siamo rompicoglioni, che fanno delle cose da rompicoglioni, come ad esempio è da rompicoglioni il fatto di raccogliere delle recensioni degli utenti di IBS, e di altri siti di recensioni, e le note biobibliografiche di romanzi italiani contemporanei per farci una rubrica di critica letteraria e una storia della letteratura Italiana.
15:40 – Giallo. Paolo chiede a Nicoletta di leggere un suo racconto che secondo lui è un buon esempio di scrittura che non rientra nello schema delle rubriche, ma è adatto al taglio di Qualcosa. Il pezzo di Nicoletta, che si chiama Giallo, parla della fatica di scrivere un romanzo giallo a movente passionale, soprattutto se prima o poi bisogna far sapere alla mamma della vittima che l’assassino della figlia è il suo (della figlia) ex, un rappresentante di moquette che a lei piaceva tanto.
15:50 – Recensioni. Paolo legge due recensioni raccolte da Samuele Galasso per la rubrica “critica del popolo” dedicate ai seguenti libri:
– I demòni (il recensore dà all’autore molto confidenzialmente il nomignolo Dosto, ma poi definisce il suo romanzo un “guazzabuglio d’inchiostro dove s’annega nella vuota verbosità e nell’incompiutezza”).
– Per chi suona la campana (il recensore dice che secondo lui dovrebbero bastare meno di 400 pagine per far saltare un ponte).
– Madame Bovary (il recensore dice che si tratta di un’opera supervalutata).
– La nausea (Il recensore dice che se all’epoca ci fosse stato il Prozac, Sartre se la sarebbe cavata con qualche pastiglia).
15:55 – Note biobibliografiche. Paolo legge una quarta di copertina raccolta da Andrea Duccio per la Storia della letteratura italiana, tratta da un romanzo di Alessandro Banda, dove l’anonimo estensore dice che la voce dell’autore “ci diventerà subito indispensabile”.
15:58 – Leggende metropolitane. Paolo parla di alcuni testi inviati da Paolo Ricci, che descrivono delle leggende metropolitane che circolano a Bologna. Paolo dice che quella delle leggende metropolitane potrebbe essere eventualmente un’idea per un’altra sezione della rivista. Paolo Ricci ne ha descritte alcune molto famose, come quella della scommessa del buondì di Beppe Signori, ma Paolo ne legge un’altra che fa così: “Si dice che nelle vecchie case del centro di Bologna, dalla mezzanotte fino alle due di mattina, se si canticchia davanti allo specchio una qualsiasi canzone di Carlos Santana appaia riflesso sullo sfondo, il volto di Beppe Maniglia”. Parlando delle altre leggende riportate da Paolo Ricci, Paolo dice che sono belle, ma che secondo lui c’è una pulizia grammaticale e una correttezza sintattica che si adeguano poco al taglio di Qualcosa. In pratica sono scritte troppo bene.
16:05 – Storia della canzone Italiana. Parte I: Baglioni, Zucchero, Guccini. Paolo chiede di nuovo se c’è qualcuno che ha voglia di leggere una cosa che ha scritto per Qualcosa, ma siccome nessuno risponde, Luca alla fine chiede a Elvira di leggere i suoi testi ispirati alle canzoni italiane, che a lui sono piaciuti molto. Elvira legge i sui testi ispirati dalle seguenti canzoni: Questo piccolo grande amore (di Claudio Baglioni ), Pippo, Solo una sana e consapevole Libidine (di Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero) e L’avvelenata (di Francesco Guccini). I racconti di Elvira parlano, tra le altre cose, di censura e di misure preventive adottate dai genitori nei confronti dei figli per proteggerli dalle parolacce e dalle allusioni erotiche durante l’ascolto della musica leggera.
16:15 – Storia della canzone Italiana. Parte II: Rettore. Paolo insiste a voler trovare dei volontari che si offrano per leggere qualcosa che hanno scritto per Qualcosa, ma anche questa volta non ci riesce e passa direttamente alla lettura di un testo di Alessandro Cimaglia ispirato dalla canzone Kobra (di Donatella Rettore). Il racconto di Cimaglia parla di doppi sensi non colti e imbarazzo retroattivo.
Paolo dice che secondo lui, con tutti questi testi raccolti sulle canzoni italiane si potrebbe fare anche una specie di spettacolo in cui si alternano alle letture dei testi, le cover delle canzoni che le hanno ispirate.
16:19 – Storia della canzone Italiana. Parte III: Zarrillo. Ancora una volta Paolo ribadisce il concetto che se qualcuno ha voglia di leggere qualcosa che ha scritto per Qualcosa può farsi avanti, questa volta l’appello è raccolto da Anna che si offre di leggere un suo pezzo dedicato a Michele Zarrillo, che parla, tra le altre cose, di bigodini e di un mangiadischi che suona su un bancone della frutta in un mercato di Roma.
16:27 – Storia della canzone Italiana. Parte IV: Conte. Paolo legge un pezzo di Claudio Puppi che ha per argomento la canzone Sotto le stelle del jazz (del signor Conte Paolo) dove Puppi dice che in questa canzone c’è l’unico esempio di una “frase che ha due significati diversi e che uno lo si capisce solo leggendo il testo scritto”. La frase è: “le donne odiavano il jazz, <>”
16:31 – Ancora sui manifesti. Si ritorna ancora alla questione dei manifesti letterari di gruppi letterari inesistenti (o ancora da fondare). Luca legge due manifesti che ha scritto lui. Il primo è quello dei Cosìcosisti, che è un manifesto contro la moda dei romanzi fatti bene e delle scuole di scrittura, che propone di riunirsi tutti a casa di Pino per imparare a scrivere cosìcosì; l’altro è il manifesto dei Canonisti, che è un gruppo contrario alla libera scelta del lettore di leggere quello che gli pare, e che propone di far pagare, come per la tv, un canone per avere il diritto di leggere quello che i canonisti stessi propongono. Paolo legge il manifesto dei sapodisti di Matteo Pelliti, nel quale si annuncia che prossimamente si terrà a Carpi-Modena-Sassuolo, il Festival del Non me la sento, ma se me la sentissi…
16:40 – Storia della canzone Italiana. Parte V: Venditti. Paolo legge un brano di Giancarlo Tramutoli (che fa il bancario e ha scritto un libro autobiografico dal titolo: Uno che conta), nel quale Tramutoli si vendica con Venditti, che in alcuni versi della sua canzone Compagno di scuola aveva offeso senza reale motivo gli impiegati che lavorano in banca, e un pezzo di Davide Ferranti, dove Ferranti dice che negli anni settanta lui tifava per i Buggles, mentre suo fratello che era più grande di lui per i Pink Floyd.
16:44 – Storia della canzone Italiana. Parte V: Dalla. Paolo legge un racconto di Luca Ribani, dove Ribani racconta che sua nonna, che è sempre stata avanti su tutto, gli ha regalato il suo primo disco in assoluto, un quarantacinque giri di Dalla, quello con la canzone Itaca, dove ci sono i marinai di Ulisse che hanno nostalgia di casa e si lamentano perché costretti a vagare per i mari per colpa di Ulisse.
Paolo conclude queste letture dei testi sulle canzoni dicendo che secondo lui le canzoni sono una delle cose che sta venendo meglio, e che sarebbe veramente il caso di farci uno spettacolo; anche se però c’è da dire che molte delle canzoni raccontate, proprio belle da ascoltare forse non lo sono.
16:49 – Rossore. Paolo legge il brano Rossore di Giovanni Trimeri, che è una triste storia d’amore more uxorio che parla, tra le altre cose, dei Doors e del dolore che si prova a “vivere in gabbia e non poter fare il nido”. Paolo dice che è un pezzo molto bello e potente, l’unica cosa che non gli piace è una frase che fa così: “Ripetitiva e cantilenante come la lunga canzone dei DOORS, la vita pesca dove capita, nel torbido e nel limpido, così l’amore spesso va a cercarsi le situazioni più spinose per fiorire.” Lui la toglierebbe.
16:45 – Brutte Figure Domenico legge due brutte figure che parlano rispettivamente di lutti umani e animali e di ubriacature più o meno moleste.
16:50 – Storia della canzone Italiana – Parte VI: Pezzali. Paolo invita Matteo a leggere un suo testo ispirato alla canzone Sei un mito degli 883. Il racconto di Matteo parla, tra le altre cose, di: fare la doccia in palestra con i compagni di judo senza togliersi le mutande, droghe leggere, fraintendimenti di un adolescente romano di fronte al verbo cannare, molto in voga nel settentrione d’Italia.
17:00 – 17:15 – Pausa
17:15 – Bella Ciao. Paolo riapre la riunione. Chiede subito se qualcuno ha voglia di leggere qualcosa che ha scritto per Qualcosa. Nessuno alza la mano e allora lui legge un racconto di Nicola ispirato da Bella Ciao, che parla di una missione che consiste nell’andare a piedi al catechismo canticchiando Bella Ciao.
17:20 – Ancora sul progetto grafico. Domenico ha approfittato della pausa per fotografare con il telefono alcune illustrazioni degli Almanacchi russi del primo Novecento prese dai cataloghi di Paolo, in modo da poterle mettere nella cartella condivisa di google drive, caso mai qualcuno volesse trarne ispirazione.
Paolo dice che bisognerebbe cominciare a pensare fin da subito a delle idee per l’impaginazione, e che servirebbero persone che abbiano voglia di mandare dei bozzetti per le illustrazioni e per il logo della rivista, che si potrà usare anche per tutte le altre attività di Tosorèlaenterteinment. Anche la scritta della testata Qualcosa, bisogna capire in che modo farla, se a mano oppure no, ad esempio. Qualcuno dei presenti[Marco?] propone di farla scrivere a un bambino, Paolo dice che la cosa è fattibile e che anche la testata della rivista Fernandel, che poi è diventata quella della casa editrice omonima, è stata disegnata da un bambino.
17:30 – Montaggio. Un altra questione aperta rimane quella del montaggio.
Per quanto riguarda il montaggio, sono due le logiche su cui si può lavorare. La prima è la logica dell’alternanza, cioè mettere i contenuti insieme alternando testi di diversa natura, come ad esempio recensioni, brutte figure e pezzi dedicati alle canzoni, magari pensando ogni tanto anche a qualche associazione di tipo tematico. Luca ad esempio dice che potrebbe essere divertente abbinare una recensione, magari una stroncatura di un classico, a un frammento di sbobinatura dove uno degli autori invitati a Reggio Emilia parla della stessa opera stroncata nella recensione come di uno dei libri più importanti della sua vita. Paolo dice che questo modo di lavorare con i testi giustapposti, così, in maniera “spezzata”, è una cosa che si è già sperimentata ad esempio nell’Accalappiacani.
Una seconda logica possibile è invece quella di raggruppare più testi dello stesso tipo mettendoli insieme in una stessa rubrica/sezione, in maniera più strutturata. Un esempio di rivista costruita così era Il Semplice.
Marco propone un criterio arbitrario, di tipo cronologico. Secondo lui si può affidare la decisione al caso, e pubblicare le cose semplicemente nell’ordine in cui sono state inviate. Discutendone però viene fuori che questo criterio è un po’ difficile da applicare perché alcuni testi, come le recensioni, o le sbobinature, che sono la parte più abbondante del materiale finora raccolto, sono stati inviati tutti insieme all’inizio.
Paolo chiede anche se i presenti sono d’accordo a invitare degli scrittori esterni a contribuire con dei loro pezzi per Qualcosa. Secondo lui sarebbe una buona idea, anche se bisogna tener conto che se si invitano delle persone esterne a scrivere poi bisogna comunque trovare il modo di pubblicare i testi che ci hanno inviato, indipendentemente dal fatto che possano piacere e siano o meno in linea con il taglio di Qualcosa.
Luca chiede se i pezzi che sono fuori dai temi della rubrica debbano confluire tutti in una specie di altra rubrica a carattere vario (che secondo lui si potrebbe chiamare Qualcos’altro), Paolo dice che forse non è necessario e che staremo a vedere meglio più avanti.
17:45 – Cadenza delle uscite di Qualcosa. Qualcuno dei presenti dice che bisogna decidere con quale cadenza uscirà la rivista, perché bisognerà comunicarlo in fase di registrazione al tribunale. Paolo dice che secondo lui di questo possiamo anche non preoccuparci, perché si possono pubblicare i singoli numeri anche come se fossero dei libri separati, senza vincoli di tempo. Dice inoltre che le uscite comunque per forza di cose saranno molto dilatate (si può pensare al massimo a uno due numeri l’anno) e che anche in questo caso possono sempre tornare utili le esperienze degli avanguardisti russi, che pubblicavano i loro almanacchi un po’ come capitava e quando riuscivano e spesso cambiavano anche il nome delle riviste da un numero all’altro, cosa che tra l’altro potremo fare anche noi con Qualcosa.
17:50 – Sbobinature. Per quanto riguarda la questione delle sbobinature Paolo ricorda che una volta editate (per il momento sono state quasi tutte trascritte integralmente), andranno a comporre non un unico libro ma almeno tre o quattro, data la quantità di materiale. Anche qui bisognerà pensare a come montarle. Per la pubblicazione di questi testi c’è un interesse dell’’Arci di Reggio Emilia che potrebbe aiutarci.
Prima di chiudere la riunione, siccome è avanzato qualche minuto, Paolo ne approfitta per leggere altri testi che sono arrivati. I presenti gli fanno notare però che i testi che sta leggendo sono delle brutte figure di Daniele già lette alla riunione di maggio, quindi di conseguenza la seduta si scioglie e la prossima riunione plenaria viene convocata per il giorno 20/01/2018, sempre a Bologna in Sala Borsa, dalle 15 alle 18. Chiunque voglia contribuire può inviare testi e proposte a questo indirizzo email: tosorelaentertainment@gmail.com.
17:59 – Fine seduta
[il verbale è di Domenico Arenella]