Puškin (secondo Šklovskij)
Noi trattiamo Puškin industrialmente.
Come un tecnico tratta un altro tecnico.
Se vivesse ancora (e sarebbe diverso da quel che era) metteremmo ai voti la possibilità di accettarlo nel «Novyj LEF».
Cercheremmo poi di dargli un certo numero di deleghe nella Federazione degli scrittori. Chi chiederemmo: «Quanti scrittori rappresenta il compagno Puškin?».
A questo punto l’immaginazione mi è venuta meno.
Del resto, che cos’è Puškin oggi?
Cito da L. Vojtolovskij, Storia della letteratura russa:
… è la letteratura della piccola nobiltà, che riproduce fin nei più minuti particolari la vita e i costumi del ceto nobile di quel tempo, Onegin, Lenskij, Hermann, il principe Eleckij, Tomskij, Grëmin…
In queste figure Puškin dà…
Informiamo lo studioso Vojotolovskij, non del tutto ignoto, che i personaggi da lui enumerati sono parti di baritono e di tenore in opere liriche. Una prova lampante è la menzione del nome di Grëmin, marito di Tat’jana (?) («ogni età è soggetta all’amore»), che nell’opera di Puškin non esiste. Non è bello studiare la letteratura russa (sociologicamente) basandosi sulle opere liriche.
[Viktor Šklovskij, Puškin, in Il conteggio di Amburgo, cit., p. 35]