Pesanti

giovedì 20 Novembre 2008

Ho cominciato a scrive un discorso che devo fare a Bologna la prossima settimana.
È un discorso in cui dovrei raccontare il Museo d’Arte Moderna di Bologna ai ciechi, ma credo che sarà un discorso in cui proverò a raccontare l’arte contemporanea come la capisco io senza usare immagini per spiegarla.
Anche in questo caso metto qua sotto l’inizio (è un discorso di 50 minuti circa e, come vedrete, la prendo un po’ alla larga, e può anche darsi che questo inizio poi salti), e anche in questo caso sarei contento se arrivassero suggerimenti.

Buonasera.
Mi chiamo Nori, ho quarantacinque anni, e sono di Parma. Vivo a Bologna, però, e ne dimostro di più.
Sono alto uno e settanticinque circa e peserò, quando sono in forma, poco meno di ottanta chili. Non che sia grasso, ho una struttura fisica, diciamo così, spalle larghe, oppure si può anche dire le ossa pesanti, da piccolo mi dicevano sempre che avevo le ossa pesanti, ma allora ero grasso, ho il dubbio che me lo dicessero per via che ero grasso. Che il mondo, mi sembra, è così, va via un po’ di traverso. Se ti dicon che hai le ossa pesanti, non è che hai le ossa pesanti, è che sei grasso.
Comunque, adesso non è che sia magro ma non son neanche grasso. Sono alto uno e settantacinque e peserò poco più di ottanta chili. Segni particolari, cicatrici. In testa. Una volta, quest’estate, sono stato in una città, come dire, dei fiori, una città con una fontana a forma di quattro colombe che si davan dei baci. E della gente davanti vestita di bianco che ci faceva le foto.
Era una città che aveva un’atmosfera un po’ decadente, di quelle atmosfere che uno si immagina di trovarle magari a Baden-Baden, di quelle atmosfere da giostre con i cavalli, di quelle atmosfere che andrebbero bene per finirci i capitoli dentro i romanzi, se si capisce quello che dico.