Perché scrivi

venerdì 20 Novembre 2015

Il quarto compito della scuola elementare gialla, nera, del terrore e del brivido (con esercizi pratici) era: Perché scrivi? E Graziano Santoro l’ha risolto così:

Intanto, non scrivo. Non ho mai pubblicato niente e le uniche cose che ho scritto in pratica sono i compiti che ho fatto per le scuole di scrittura che ho frequentato in questi anni. Scuole di scrittura che in realtà non ho frequentato perché voglio diventare uno scrittore, cosa a cui non ho mai pensato, ma piuttosto per fare un’esperienza di formazione personale basata su una pratica creativa.
Bene, potrebbe dirmi uno, Però, anni? Quanti anni? E quanti compiti hai fatto in questi anni? E quante scuole hai frequentato? E quanto ti sono costate?
E io risponderei che nell’arco di quattro anni ho partecipato alla scuola elementare, poi ho fatto due volte le medie, poi la scuola russa e adesso quella sui gialli, che sono in tutto cinque, per un totale di (finora) 38 compiti (incluso il presente), e nello specifico 10 alla elementare, 8 due volte alle medie, per un totale parziale di 16, poi 8 alla russa, e 4 adesso a quella dei gialli. Tutto per un costo complessivo di 1.050 euro, ovvero, 250 per la elementare, 200 due volte per le medie, cioè 400 in tutto, poi 200 per quella russa e 200 adesso per questa dei gialli.
Bravo, potrebbe allora replicarmi quello, e finora con queste scuole hai fatto 38 compiti e speso oltre mille euro e in vita tua non hai mai pensato di fare lo scrittore?
No, confesserei io, veramente nutro il sogno segreto di diventare uno scrittore da quand’ero ragazzo proprio, ragazzino anzi, da quando andavo alle medie, mi ricordo. E questo innanzi tutto secondo me per una manifestazione del mio ego ipertrofico (che ho ricordi e testimonianze a profusione sul fatto che si palesasse già in età pre-adolescenziale). Cioè io credo di avere dentro una parte di me che vorrebbe essere presa un po’ come oggi si prende uno come Saviano. Si parla di camorra? sentiamo cosa dice Saviano, e va bene. Però poi: si parla di Sud? sentiamo cosa dice Saviano; si parla di medioriente, adesso ci spiega Saviano chi ha torno e chi ha ragione; si parla di ambiente, adesso Saviano ci dice cosa dobbiamo fare per garantire un futuro ai nostri figli, e sul PD, cosa ci dice Saviano sul PD? e cosa ne pensa dell’ultimo film che è uscito? E cosa si mangia stasera? Mo chiediamo a Saviano. Ecco, c’è da vergognarsi lo so, ma io sono cresciuto male, e sicuro c’è una parte di me, da cui però tengo a specificare che io mi dissocio, che aspira alla gloria, alla fama, alla considerazione.
E non è neanche la peggiore. Perché c’è poi quella a cui invece, come si dice, non fanno schifo i soldi. E questa parte ogni tanto si chiede: Ma che conto in banca deve avere uno ad esempio come Baricco, che vende un sacco di libri, che sui suoi libri ci fanno i film, che ha una scuola di scrittura rinomatissima, che esce in televisione e scrive sui giornali, e se ad esempio un quotidiano come Repubblica fa un’iniziativa a Bologna a lui, Baricco, lo fanno parlare una sera su un palco in piazza Santo Stefano. Certo poi ci possono sempre essere in fondo alla piazza due tre persone che magari si stanno dicendo fra loro “Ma è ridicolo, ma cosa sta dicendo? ma vedilo come si atteggia, ma è imbarazzante, ma non si vergogna?” però, come si sa, non è che si può risultare simpatici a tutti. L’importante, pensa questa mia altra parte, ma io mi dissocio anche da lei, è avere i bonifici come quelli che riceve Baricco.
E poi c’è un’ultima parte, che è quella da cui mi dissocio con più fermezza, che mi spinge a fare lo scrittore per la figa, vi chiedo scusa, e questo da quando ho sentito dire a uno scrittore famoso che quando raccontava che era andato in Russia a studiare il russo, poi in Italia ci scappava qualche fiondata, come dice lui.
E alla fine questi sono i tre motivi per cui vorrei fare lo scrittore: la gloria, i soldi e la figa.
Ma un momento, io non è vero che non ho mai scritto niente, anzi adesso che ci penso ho anche pubblicato. Io ho partecipato alla redazione collettiva di un libricino pubblicato dalla Marcos y Marcos, che è una bella e importante casa editrice di Milano, che si chiama Repertorio dei matti della città di Bologna, che ha già avuto diverse ristampe, è stato presentato più volte a Bologna e in provincia, e la prossima primavera sembra che ci facciano su uno spettacolo.
Bravo, potrebbe allora dirmi quello di prima, e poi potrebbe chiedermi: e com’è cambiata adesso la tua vita?
E io risponderei che, dunque, per quanto riguarda la gloria, non so perché ma mi viene in mente Silvana, che l’altra sera quando se n’è andata da casa mia l’ultima cosa che ha detto non è stata “Ciao” ma “Mi sono stancata di ascoltare le tue solite cazzate”, e va bene che avevamo discusso e magari era un po’ agitata, però a me più di tutto fa riflettere il fatto che abbia voluto usare il termine “solite”, il che, siccome ci conosciamo da prima della pubblicazione del libro sui matti, mi fa pensare che questo evento non si può dire abbia contribuito a rivalutare le mie tesi agli occhi di Silvana. E questo per quanto riguarda la gloria.
Rispetto al conto in banca invece mi tocca rilevare che per partecipare al corso per la redazione del libro ho speso 200 euro, in più dopo ho comprato dieci copie del libro a metà prezzo, cioè per una spesa di 50 euro, sfruttando una promozione che la casa editrice ha riservato ai redattori del libro, un vantaggio che però avrei dovuto sfruttare meglio, visto che dopo, uno alla volta, di copie del libro da regalare ne ho comprate altre 18, e tutte a prezzo intero, cioè 10 euro, per una spesa complessiva di altri 180 euro, che sommati ai 50 dei primi libri e ai 200 del corso fanno in totale 430 euro, che è quanto finora mi è costato pubblicare il libro. E non è finita, visto il tono che mi ha usato Federica l’altra sera quando mi ha incrociato dopo mesi e mi ha detto “Sto ancora aspettando il libro!”, e poi mancano ancora Filippo e Loris, che a loro glielo devo regalare per forza che gliel’avevo promesso, per cui se va bene mi fermerò a 460 euro, che se provo a sommare a quanto ho speso per i corsi di scrittura, non ci voglio neanche pensare. E questo con riferimento ai soldi.
Infine, per quanto concerne la figa, dico solo che questa estate, dopo la presentazione del libro dei matti alle Serre dei Giardini Margherita, io stavo scambiando due chiacchiere col curatore del libro e si è avvicinata una ragazza che bisogna dire era veramente carina, e questa ragazza gli ha chiesto un autografo a lui, al curatore del libro, e mentre lei era lì che gli porgeva il libro aperto e la penna io stavo per dirle “Oh, guarda che il libro l’ho scritto io, cosa stai a chiedere un autografo al curatore?”, ma dopo ho pensato che era meglio se lasciavo perdere.
E mi sa che è meglio se lascio perdere anche con la scrittura.