Per tutta la vita

venerdì 14 Giugno 2013

malerba, il serpente

 

 

 

 

 

 

 

Questo è il Verano, dissi passando davanti al Verano, si finisce tutti qui, dissi. Era un pensiero disperato anche questo, ma lo sapevo io che cosa avevo in mente quel pomeriggio mentre stavo lì con il volante in mano al volante della mia Seicento multipla. Se uno non si fa radiografare, dicevo, non si accorge di essere malato perché si sente bene, nessuno vede niente, nessuno se ne accorge e magari si va avanti così per tutta la vita. Invece è malato, forse è molto malato e non lo sa. Bisogna preoccuparsi finché si è in tempo. Anche tu, dicevo.
No guarda che io sto benissimo, diceva Miriam, io non c’entro proprio.
A Milano, dicevo, c’è una clinica apposta dove fanno la revisione completa, entri lì e ti analizzano dalla testa ai piedi come dice il Corriere della Sera, quando esci sai tutto, se stai male, se stai bene, se tutto funziona o se c’è qualcosa di guasto, come in una officina. Quando entri in quei posti, diceva Miriam, qualcosa ti trovano sempre. Se trovano qualcosa è segno che hai qualcosa. Qui a Roma purtroppo una clinica così non c’è e allora bisogna incominciare con una bella radiografia generale, ti porto io da uno che conosco, c’è un Professore radiologo famoso che so io. Non adesso, diceva Miriam, un’altra volta. È qui vicino, dicevo io.

[Luigi Malerba, Il serpente, Milano, Bompiani 1979, pp. 103-104]