Parma e la polvere
[è uscito oggi sul fatto quotidiano]
Uno che, come me, è nato a Parma e ci ha vissuto per più di trent’anni, quando deve andar via da Parma è un momento difficile. Io, quando dodici anni fa stavo per andar via da Parma, a me non sembrava vero, che il giorno dopo sarei stato a Bologna non sarei stato più a Parma. Che io era da quando ero nato che se non ero all’estero ero a Parma o in provincia di Parma. Io era una vita che fin da piccolo in casa al mattino si trovava la Gazzetta di Parma, che si leggeva la cronaca della città, la città di Parma, si sapeva tutto quello che era successo in città, a Parma. Io non lo so, come farò, che sono abituato vedermi intorno tutte queste cose di Parma, pensavo dodici anni fa quando stavo per andar via da Parma. Per dire, al mattino, di solito, io faccio colazione con il prosciutto di Parma. Secondo me mi mancheranno, pensavo, queste cose di Parma. Il prosciutto di Parma, il formaggio di Parma, il parmigiano. Tutta la stampa di Parma, la Gazzetta di Parma, il Giornale di Parma, il Corriere di Parma, la Tribuna di Parma. La Tribuna non l’ho mai letta, pensavo, non ha fatto in tempo ad aprire, è fallita subito immediatamente. E Tv Parma, pensavo, si vedrà a Bologna? E Radio Parma ci arriva, col ripetitore? Radio Parma mi mancherà, pensavo, Radio Parma. Una volta su Radio Parma ho sentito un servizio dicevano che avevan scoperto dei documenti antichissimi che dimostravano che l’università più antica del mondo non era, come si credeva erroneamente fino ad allora, Bologna o Parigi, no, era Parma. Mi mancherà, questa città. Magari ogni tanto ci torno, pensavo. Magari vengo a vedere una mostra. Che qui a Parma fan sempre delle mostre bellissime. Parma e il neoclassicismo. Parma e la rivoluzione francese. Parma e il liberty. Il futurismo a Parma, pensavo dodici anni fa prima di andare a stare a Bologna e questa idea qua, che quelli di Parma concepiscano un universo, non so come dire, parmocentrico, è un’idea che è abbastanza diffusa, nel mondo, e noi di Parma in questi ultimi anni abbiam fatto abbastanza per farla diffondere ancora di più.
Nel 1999 mi avevano invitato a Milano a un convegno sul nuovo millennio che stava per incominciare il terzo milleno; eravamo una cinquantina, tra scrittori, pittori, attori, musicisti, scultori, registi, eravamo in un teatro, ci chiamavano sul palco in ordine alfabetico e il primo era stato Davide Barillli, che è uno scrittore di Parma che fa parte di una famiglia di artisti parmigiani, i Barilli, che hanno una casa sul lungoparma dove abitano da decenni; Davide Barilli, in quell’occasione, doveva dire quello che pensava sarebbe successo nel nuovo millennio e lui aveva cominciato a dire che lui, più che al futuro, era interessato al passato, perché lui abitava in una casa piena di ricordi dove avevano abitato tutti quelli della sua famiglia che era una casa sul torrente Parma, aveva detto Barilli, torrente che divide in due la città come la Senna a Parigi, aveva detto, e come aveva detto così tutta la sala, duecento persone, eran scoppiate a ridere, e lui aveva alzato la testa, aveva guardato la sala e aveva fatto una faccia come per dire Be’, perché ridete?.
Questa idea della grandeur di Parma, che noi che siamo di Parma coltiviamo, nella nostra testa, da sempre, l’idea che Parma è una capitale, che è una grande città, l’idea che tutto, in un certo senso, comincia e finisce entro le mura della città, l’idea che le cose son vere soltanto nel momento in cui si trasferisono a Parma, questa idea, in questi ultimi anni, mi sembra sia stata cavalcata da degli amministratori che hanno superato, nella pratica, anche la più sfrenata immaginazione di noi parmigiani.
Gli amministratori di Parma volevano trasformare, nel giro di pochi anni, la città che amministravano in una città di quattrocentomila abitanti, cioè quasi il triplo degli abitanti attuali, non si sa bene come.
Nelle elezioni comunale del 2007, quando hanno chiesto al futuro sindaco Vignali qual era il progetto che maggiormente avrebbe impegnato la sua amministrazione se fosse stato eletto, Vignali aveva risposto: La metropolitana.
A me è successo più di una volta, in questi anni, di raccontare, in giro per l’Italia, che a Parma, una città pianeggiante di 163.000 abitanti, volevano fare la metropolitana, e tutte le volte che l’ho raccontato la gente rideva.
A Parma, invece, facevan sul serio.
L’ex sindaco di Parma, Ubaldi, nel corso dell’ultima campagna elettorale, ha interrotto, durante un dibattito, un signore che diceva che la metropolitana, se la avessero fatta davvero, poi la città per dieci anni sarebbe piena di cantieri, di polvere, Ma che polvere? l’ha interrotto il sindaco di Parma.
Come che polvere?, ha detto quel signore, Devon fare un buco, per forza fan della polvere.
Ma noo, ha detto l’ex sindaco di Parma, è un buco sottoterra, non si fa polvere.
Allora io mi ero chiesto se esiston dei buchi sopra la terra. Mi eran venuti in mente i trafori, forse intendeva quelli, l’ex sindaco di Parma, però non è che i trafori si possa dire che sono sopra la terra, perché quella che c’è sopra i trafori è sempre della terra, o della roccia, allora non lo so, cosa intendeva, l’ex sindaco di Parma.
Quello che so è che io sono talmente in confidenza, con Parma, mi piace talmente tanto, Parma, che ho l’impressione che un parmigiano non può fare del male a nessuno.
Io, se uno è di Parma, anche uno che ha ucciso i suoi genitori, a me sotto sotto mi vien da penare: Be’, si vede che gli avran fatto qualcosa.
Allora dell’aspetto giudiziario, di questa vicenda, io mi auguro che nessuno abbia fatto niente, che nessuno abbia rubato sul canile di Parma o sui fiori del lungoparma o sui soldi che vanno agli asili, che sarebbe veramente una cosa penosa e insopportabile.
Ma anche se tutti venissero assolti perché non han fatto niente, come io spero, l’idea che le ultime tre amministrazioni hanno avuto, dello sviluppo della città, è un’idea che io trovo stupefacente e ridicola, e mi chiedo se la colpa è solo loro, degli amministratori, o e se è anche della gente che li ha votati, e mi vien da rispondere che un po’ è anche di quelli che li hanno votati, e mi vien da pensare che adesso si voterà ancora, e andranno su gli altri, e ci sarà un gran festeggiamento, come a Milano con Pisapia, che io quando ho visto che hanno festeggiato l’elezione di Pisapia, a Milano, mi è venuto in mente quando festeggiavano Cofferati a Bologna e ho pensato Ma guarda che strano, i sindaci li festeggiano sempre quando cominciano il mandato e mai quando lo finiscono.
E a me mi vien da pensare che i sindaci che ci sono stati e quelli che ci saranno, e che ci hanno raccontato e che ci racconteranno tutte le balle che si son sentiti e si sentiranno in dovere di raccontarci, be’, loro, che Dio li perdoni, poveretti, ma noi, dobbiam proprio crederci? Dobbiam poi dare la colpa a loro? Dobbiam farci ridere dietro anche noi come loro? È indispensabile?