Oibò

giovedì 24 Ottobre 2013

Enrico Testa
 

 

 

 

 

 

 

Un mio amico mi ha scritto che, secondo lui, iabò in italiano si traduce oibò, e io ho pensato che, però, iabò riesco a dirlo tranquillamente, oibò non ci riesco, mi sembra una cosa, non so, da fumetti, da Arcibaldo e Petronilla, ho pensato, e poi sono andato avanti a leggere il libro che stavo leggendo, che si intitola Lo stile semplice, di Enrico Testa, e l’avevo appena cominciato e parlava delle modifiche che Manzoni aveva apportato per l’edizione del 1840 dei Promessi sposi e ho visto che, dove Testa analizza i cambiamenti nelle interiezioni, a pagina 47, rileva «il rarefarsi del letterario oibò che, pur sopravvivendo in alcuni casi, viene spesso cancellato o sostituito con altre forme interiettive», e ne ho dedotto che oibò era considerato letterario, da Manzoni, nel 1840, e invece iabò a Parma io non conosco nessuno che lo considera letterario, ho pensato, e dopo poi basta.