Oblomov
mercoledì 16 Febbraio 2011
Scrivere di notte, – pensò Oblomov, – e quando dorme? Certo, guadagnerà sui cinquemila l’anno. Non son mica da buttar via. Però anche scrivere sempre; sprecare le idee, la propria anima per delle sciocchezze; cambiare parere, fare commercio della propria intelligenza e della propria immaginazione, forzare la propria natura, agitarsi, scaldarsi, infuocarsi, non aver pace e muovesi sempre in una qualche direzione… E sempre scrivere, sempre scrivere, come una ruota, come una macchina: ma scrivi domani, dopodomani; oggi è festa, è arrivata l’estate, e lui scrive sempre? Quand’è che si ferma e si riposa? Infelice!