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lunedì 23 Marzo 2009

Faceva umido. Ogni tanto che il vento sgrullava le piante, pareva che pioveva. Perché si vede che lì era piovuto da poco. Il muro dove stavo a sedere non era fatto come quegli altri, a file di mattoni lunghi a strisce più larghe di mattonelle quadrate, ma solo di mattonelle quadrate, che poi qui si vedeva che non erano mattonelle ma blocchetti tagliati quadrati da una parte e a punta dall’altra, che doveva essere tufo. Allora si vedeva che fatto così era meno resistente, perché per terra lì intorno era pieno di questi blocchetti cascati da questo muro, che magari però era di costruzione anteriore, oppure invece l’avevano fatto dopo. Con tutto che siccome, però, tanto non si sapeva che era, allora magari era uguale.
Adesso poi era meglio che cominciavo a tornare, magari. Perché Gina, anzi, aveva detto di stare lì un po’ prima, essendo che gli scocciava di stare alla fermata da sola, in caso che pure lei arrivava prima. Così magari era meglio che mi sbrigavo. Poi però incominciava a piovere che adesso, tutt’a un tratto, pioveva sul serio, e m’andavo a mettere d’urgenza sotto quell’alto edificio che stava dall’altra parte, che anzi menomale, allora, che non era cascato.

[Franco Lucentini, Notizie degli scavi, cura di Domenico Scarpa, Cava de’ Tirreni, Avagliano 2000, pp. 50-51]