Non succederà mai

giovedì 28 Giugno 2012

Forse ero io che non ci avevo mai fatto caso, ma mi sembra che agli europei di calcio che stanno per finire in Ucraina e in Polonia, quando c’è il momento dell’inno nazionale, lo cantano tutti, non solo gli italiani; io credevo che l’enfasi sull’inno nazionale, in questi ultimi anni, fosse un’enfasi tipicamente italiana, invece no, lo fanno anche gli inglesi, i cechi, i tedeschi, i polacchi, gli ucraini, i russi: come noi. Anche se il fatto che lo facciamo noi continua a colpirmi moltissimo perché noi abbiamo un inno nazionale così brutto, che cantare un inno del genere ci vuol del coraggio, secondo me. Ma forse sono io. Non so: a me, quando penso alla patria, o alla nazione, o all’Italia, le canzoni che mi vengono in mente son due, una di Pietro Gori, e il ritornello dice: «Nostra patria è il mondo intero, nostra legge la libertà ed un pensiero, ed un pensiero, ribelle in cor ci sta», l’altra è una canzone che io, la prima volta che l’ho sentita, non mi piaceva, proprio mi faceva anche un po’ schifo; dopo, è successo che io, a un certo punto, mi son messo a studiare russo, e, studiando russo, ho cominciato a andare in Russia, e in Russia mi sono trovato delle volte in certe cucine, con davanti una bottiglia di vodka, un baton di pane nero e due pomodori, con dei miei amici russi, ma della gente che aveva studiato, mi son trovato lì con loro a cantare L’italiano vero di Toto Cutugno, che loro la sapevano a memoria, e tutto d’un colpo mi è sembrato che quello lì, L’italiano vero di Toto Cutugno, che era una canzone che in Italia io non l’avevo mai considerata, anzi, mi faceva anche un po’ schifo, be’, cantata in Russia in una cucina mi era sembrata una canzone bellissima, e avevo pensato che avrebbe dovuto essere quello, il vero inno italiano, e che sarebbe stato bellissimo, un giorno, vedere i giocatori della nazionale che al centro del campo, prima del fischio d’inizio, la mano sul cuore, invece di «Stringiamci a coorte siam pronti alla morte» cantassero «Buongiorno Italia gli spaghetti al dente, e un partigiano come presidente, con l’autoradio sempre nella mano destra e un canarino sopra la finestra». E sarebbe una cosa così bella, mi sembra, e così sensata, che probabilmente non succederà mai.

[uscito oggi su Libero]