Non sono poche

mercoledì 24 Febbraio 2010

morte-di-un-critico

Noi, il pubblico, non siamo riusciti a percepire con quale intensità i mistici abbiano vissuto, come Goethe e Nietzsche dopo di lui, l’importanza dell’io, poiché la nostra sensibilità e il nostro intelletto sono dominati dal modo di scrivere borghese. Essi, però, erano felici e infelici non con ragazzi, uomini e donne, ma con Dio…

/…/

Dissi: Un amico è in grave difficoltà. Talvolta, se si tenta di essere precisi, si parla come stranieri.

/…/

Non sono poche le persone che io stimo più di quanto esse mi stimino. Mi fermo volentieri su questa differenza. Francamente mi fa bene stimarle più di quanto esse mi stimino. Penso probabilmente di aver perciò già meritato quella stima che esse mi negano.

[Martin Walser, Morte di un critico, traduzione di Francesco Coppellotti, Milano, Sugarco 2004]