Non so

giovedì 30 Giugno 2022

Nono so, mio caro amico, se è già a conoscenza della perquisizione di cui mi è stato fatto onore. Tutte le mie carte sono state requisite. Adesso non mi restano che i pensieri: i poveri pensieri che hanno provocato quest’azione sbalorditiva. Diversamente, non posso che approvare l’encomiabile curiosità che ha portato le autorità a voler entrare in possesso dei miei scritti: mi auguro con tutto il cuore che ne traggano beneficio.

La lettera da cui è tratta questa citazione sarebbe potuta essere stata scritta da Aleksej Naval’nyj nel 2017, da Aleksandr Solženicyn negli anni Settanta, da Andrej Sinjavskij o Iosif Brodskij negli anni Sessanta, da Osip Mandel’štam (o da qualsiasi altro scrittore dell’epoca sovietica) negli anni Trenta. Si tratta invece di uno lettera scritta nel 1836 da quello che è solitamente definito il primo filosofo russo: Pëtr Čaadaev (1794–1856).

[Bengt Jangfeldt, L’idea russa, trad. di Lidia Salvati, Vicenza, Neri Pozza 2022, p. 13]