Non leggete romanzi russi
In un libro singolarissimo di Mariusz Szczygieł sulla Repubblica ceca, intitolato Gottland, si racconta, tra le altre, la storia di Tomàś Bata, il fondatore del calzaturificio Bata, che nel 1904 scrive, a caratteri enormi, sui muri del suo stabilimento, «UN GIORNO HA 86.400 SECONDI».
E «GLI UOMINI PER PENSARE – LE MACCHINE PER SFACCHINARE».
E «NON DOBBIAMO AVER PAURA DEGLI ALTRI, DOBBIAMO AVERE PAURA DI NOI STESSI».
Qualche anno più tardi, nel 1926, quando Bata è diventato sindaco di Zlín, la città dello stabilimento, e la sua azienda è la più grande della Cecoslovacchia e la Cecoslovacchia è la più grande esportatrice di calzature del mondo, sul muro del suo feltrificio Bata fa scrivere, sempre in quei caratteri giganti: NON LEGGETE ROMANZI RUSSI.
E, sul muro del gommificio: I ROMANZI RUSSI UCCIDONO LA GIOIA DI VIVERE.
[Oggi cominciamo a ragionare di un libro che parla, guarda caso, dei russi]