Natale

lunedì 25 Dicembre 2017

Adesso racconto come sono nato, come sono cresciuto, e come si sono manifestati in me i primi segni del genio. Io sono nato due volte. È successo così.
Mio babbo ha sposato mia mamma nel 1902, ma i miei genitori mi han messo al mondo solo alla fine del 1905, perché mio babbo voleva assolutamente che suo figlio nascesse il primo gennaio. Il babbo aveva calcolato che il concepimento dovesse aver luogo il primo di aprile, e solo quel giorno si è avvicinato alla mamma al fine di concepire un bambino.
La prima volta il babbo si è avvicinato alla mamma il primo aprile del 1903. La mamma aspettava da tempo questo momento, e se ne è molto rallegrata. Ma il babbo, si vede, era proprio in vena di scherzi, e non si è trattenuto e ha detto alla mamma – Pesce d’aprile!
La mamma si è offesa moltissimo, e per quel giorno non ha permesso al babbo di avvicinarsi. È toccato aspettare l’anno successivo.
Il primo aprile 1904 il babbo ha ricominciato ad avvicinarsi alla mamma con lo stesso fine. Ma la mamma, ricordando il caso precedente, ha detto che non voleva più far la figura della stupida, e di nuovo non ha permesso al babbo di avvicinarsi. Per quanto il babbo si agitasse, non c’è stato niente da fare.
E è stato soltanto l’anno dopo che mio babbo è riuscito a vincere le resistenze di mia mamma e a concepirmi.
Così, il mio concepimento ha avuto luogo il primo aprile 1905.
Tutti i conti del babbo, però, sono andati a farsi benedire, perché io sono risultato prematuro e sono nato quattro mesi prima del previsto.
Il babbo si è infuriato talmente che la levatrice che mi aveva preso si è spaventata e ha cominciato a rificcarmi nel posto da dove ero uscito.
Uno studente dell’accademia medico-militare che assisteva al parto ha dichiarato che a rificcarmi dentro non ci sarebbero riusciti. Tuttavia, nonostante le parole dello studente, a rificcarmi dentro ci sono riusciti, ma, per la fretta, non nel posto giusto.
A questo punto è cominciata una terribile baraonda. La puerpera grida – Datemi il mio bambino! – E le rispondono: – Il suo bambino, – le dicono, – si trova dentro di lei. – Come, – grida la puerpera, – come sarebbe, dentro di me, se l’ho appena partorito! – E se si sbagliasse? – dicono alla puerpera. – Come, – grida la puerpera, – come faccio a sbagliarmi! Come se potessi sbagliarmi. Ma se un attimo fa ho visto il bambino qui sul lenzuolo!
– È vero, – dicono alla puerpera, – però, forse, si è infilato da qualche parte –. In poche parole, non sapevano neanche loro che cosa dire alla puerpera.
E la puerpera strepita e chiede che le diano il suo bambino.
È toccato chiamare un medico esperto. Il medico esperto ha visitato la puerpera e ha allargato le braccia, poi ha capito la situazione e ha dato alla puerpera una buona dose di sale inglese. Alla puerpera è venuta la diarrea, e in questo modo io sono venuto al mondo per la seconda volta.
A questo punto il babbo ha ricominciato a dare in escandescenze, che secondo lui questa, diceva, non si poteva ancora chiamare una nascita, che questo, diceva, non era ancora un uomo ma piuttosto un mezzo embrione e che bisognava rificcarlo dentro, oppure metterlo nell’incubatrice.
Allora mi han messo nell’incubatrice.

[Daniil Charms, Disastri]