Mostruosità della nostra vita quotidiana, scetticismo nei confronti del processo rivoluzionario
Ecco dunque una delle caratteristiche della mia opera, già più che sufficiente di per se stessa a far sì che i miei lavori nell’URSS non possano esistere. Ma ad essa sono collegati gli altri elementi presenti nei miei racconti satirici: le tinte cupe e mistiche (io SONO UNO SCRITTORE MISTICO), di cui mi servo per rappresentare le innumerevoli mostruosità della nostra vita quotidiana, il veleno di cui è intrisa la mia lingua, il profondo scetticismo nei confronti del processo rivoluzionario in atto nel mio arretrato paese, processo al quale contrappongo e preferisco una Grande Evoluzione e, soprattutto, la raffigurazione di alcune terribili caratteristiche del mio popolo, le stesse che, prima della rivoluzione, furono la causa di profonde sofferenze per il mio maestro, M. E. Saltykov Ščedrin.
[Michail Bulgakov, Lettere a Stalin, Enukidze e Gor’ki, traduzione e cura di Mario Alessandro Curletto, Genova, il melangolo 1990, pp. 36-37]