Molto bene
Questa settimana il presidente del consiglio sembra abbia fatto una dichiarazione a un giornale straniero dove sembra che abbia detto, apro le virgolette: «Nemmeno i dittatori facevano le cose velocemente come le stiamo facendo noi».
Ecco a me, quando ho saputo questa cosa, è venuto in mente Augusto Monterroso, che è uno scrittore che è nato a Tegucigalpa, in Honduras, nel 1921, e è morto a Città del Messico, in Messico, nel 2003. Monterroso ha pubblicato, nel 1959, un libro con un titolo che mi sembra bellissimo, Obras completas y otros cuentos, che è stato tradotto in italiano (e pubblicato da Zanzibar nel 1993) come Opere complete e altri racconti, e che è una raccolta di racconti che ne contiene uno che si intitola «Opere complete» e quindi il titolo del libro, che sembra ridicolo e paradossale, è, viceversa, serissimo e paradossale.
Monterroso scriveva delle cose generalmente brevi ma che rimanevano impresse, come per esempio: «Ci sono poche cose come l’universo». Oppure: «Si può dire che prima della storia era tutto preistoria». Oppure: «È certo che la carne è debole; ma non siamo ipocriti: lo spirito lo è molto di più». O, ancora: «Se Dio non esistesse bisognerebbe inventarlo. Molto bene, e se esistesse?».
È stato tradotto in italiano anche un volumetto, di Monterroso, pubblicato da Sellerio nel 1992 per la cura di Barbara Bertoni, che si intitola Il resto è silenzio e che contiene un «Decalogo dello scrittore» composto da dodici comandamenti («in modo – scrive Monterroso, – che ognuno possa scegliere quelli che più gli aggradano e possa rifiutarne due, a suo piacere»). Il primo di questi comandamenti suona così: «Quando hai qualcosa da dire, dillo; quando non ce l’hai, anche. Scrivi sempre». Il quarto, così: «Quello che puoi dire con cento parole dillo con cento parole; quello che puoi dire con una, con una. Non usare mai una via di mezzo; perciò, non scrivere mai niente con cinquanta parole». Ma il comandamento che mi è venuto in mente questa settimana quando ho letto quella frase del presidente del consiglio è il nono, che suona così: «Credi in te, ma non troppo; dubita di te, ma non troppo. Quando hai un dubbio, credi; quando credi, dubita. Questo è alla base dell’unica vera sapienza che può accompagnare uno scrittore». E mi ha fatto venire in mente, questo comandamento di Monterroso, una cosa dello scrittore russo Sergej Dovlatov che, in riferimento alla propria notorietà, una volta ha scritto che se andava in un posto e lo riconoscevano, lui si stupiva, e se andava in un posto e non lo riconoscevano, si stupiva. «Ero sempre stupito», ha scritto Dovlatov, mi è tornato in mente, e mi sono chiesto cosa avrebbe pensato il presidente del consiglio di Monterroso e di Dovlatov, poi mi è venuto in mente che il suo libro preferito, del presidente del consiglio, è il Piccolo principe, di Antoine de Saint-Exupéry.
[Uscito ieri su Libero]