Milionario

lunedì 26 Gennaio 2009

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Fino a quel momento tutte le signore, in un certo senso, avevano parlato poco di Čičikov, rendendogli, tuttavia, piena giustizia come amabile uomo di mondo; ma dal momento in cui cominciarono a circolar delle voci sulla sua natura di milionario, cercarono anche delle altre qualità. Anche se le signore, non è che fossero interessate; la colpa l’aveva solo la parola “milionario”, non il milionario in sé, ma proprio la parola; perché nel solo suono di questa parola, non consideriamo i mucchi di soldi, c’è racchiuso qualcosa che fa effetto sulle persone vigliacche, e sulle persone così così, e sulle brave persone, in una parola su tutti, fa effetto. Un milionario ha questo vantaggio, che può guardare la viltà, la viltà disinteressata, pura, non fondata su nessun calcolo; molti sanno benissimo che non riceveranno niente da lui, e che non hanno diritto a ricevere niente, ma immancabilmente o gli corron davanti, o gli sorridono, o si tolgono il cappello, o brigano per farsi per forza invitare a un pranzo dove sanno che è stato invitato il milionario. Non si può dire che questa tenera inclinazione alla viltà fosse condivisa dalle signore: tuttavia in molti salotti si cominciò a dire che, naturalmente, non si poteva dire che Čičikov fosse una gran bellezza, però era proprio così come dev’essere un uomo, e bastava che fosse un pò più grasso o un po’ più pienotto, che non sarebbe stata più la stessa cosa. Dopo di che si aggiungeva qualcosa che poteva suonare anche un po’ offensivo sul conto dell’uomo magrino: che assomigliava più a una specie di stuzzicadenti, che a un uomo.

[Nikokaj V. Gogol’, Anime morte, prima parte, capitolo 8]