Meno male
Aspettando la seduta di radioterapia alla clinica Tollere Leman, mia madre passa in rassegna i pazienti della sala d’attesa e dice, abbassando appena la voce, parrucca, parrucca, forse no, no parrucca, no parrucca… Mamma, mamma, parla più piano, dico, ti sentono tutti. Che cosa dici? Alza la voce, non capisco niente, dice mia madre. Ti sei messa le orecchie? – Cosa? – Ti sei messa l’apparecchio acustico? Perché non te lo metti? – Perché poi durante i raggi me lo devo togliere. – Intanto mettitelo, mamma. Non serve a niente, dice mia madre. Seduto accanto a lei, un uomo mi sorride con simpatia. Ha tra le mani un berretto principe di Galles, e il suo colorito pallido s’intona con un antiquato abito inglese. In ogni caso, dice mia madre rovistando nella borsetta, non l’ho neanche portato. Tornata alla sua osservazione, abbassa appena la voce per dire, quella non supera il mese, tutto sommato non sono la più vecchia, meno male.
[Yazmina Reza, Felici i felici, traduzione di Maurizia Balmelli, Milano, Adelphi 2013 (2), p. 33]