Maiali

giovedì 15 Aprile 2010

zalambani

Così, per esempio, nel capitolo Bitva na Kodore (La battaglia del Kodor) Iskander descrive in forma di allegoria esopica la lotta dei contadini dell’Abchazija contro la colletivizzazione condotta dal centro. Su questo background si staglia la storia di Micha, un ricco agricoltore che ha fatto la sua fortuna allevando maiali. La sua ricchezza deriva dal fatto che egli porta i maiali nei boschi di castagni per il pascolo autunnale, dove loro ingrassano a tal punto da dover essere trasportati a dorso d’asino e questo procura al proprietario un enorme ricavato. Sul trasporto degli animali Iskander costruisce la sua allegoria:

A onor del vero, erano tempi inquieti. Così che quando la gente cominciò a vedere per le strade dell’Abchazija dei somari carichi di maiali, di questi pesantissimi otri di grasso che si lamentavano in modo rabbioso sul dorso dei docili e orecchiuti animali, molti, soprattutto gli anziani videro in questo spettacolo un cupo presagio.
– Attirerai la malasorte – dicevano a Micha, fermandosi per la strada ad osservare questa strana carovana (Fazil’ Iskander, Sandro di Čegem).

L’immagine dei maiali che cavalcano miti asinelli, costruita sul senso gergale di svin’ja (maiale), usato per marcare una persona che agisce in modo abietto, è davvero un cupo segno premonitore dei tempi che verranno. E non fosse stato per la lingua di Esopo, così efficace da aver ‘assordato’ il censore, il passo non sarebbe di certo apparso nell’edizione del 1973.

[Maria Zalambani, Censura, istituzioni e politica letteraria in URSS (1964-1985), Firenze, Firenze University Press 2009, p. 166]