Lo sapevo
Una volta ho fatto un’intervista per un settimanale, a un certo punto l’intervistatrice ha fatto un bel respiro, dopo poi mi ha fatto una domanda che si sentiva, da quel respiro che aveva fatto, che quella era la domanda chiave di tutta l’intervista. La domanda su cui si fondava tutta la nostra chiacchierata di un’ora e mezzo. La pietra angolare della nostra simpatica conversazione.
Che ha respirato, la giornalista, poi mi ha chiesto Ma lei… lei cosa sente quando scrive? La radio, gli ho detto. Ma no, mi ha detto lei. Dentro, mi ha detto. Ecco, ho pensato, lo sapevo che non ero capace.
Cosa mi è saltato in mente a me di mettermi a scrivere, ho pensato io l’altro giorno intanto che scendevo dall’autobus mi dirigevo verso i sotterranei della Gazzetta di Parma con in testa una gran confusione.
[Oggi finisco di registrare l’audiolibro di Si chiama Francesca, questo romanzo]