Lo chiamavano distratto

sabato 23 Aprile 2011

Ma la vita era per lui una distrazione, un accessorio, e la sua occupazione era l’Arte. Andate a vedere quest’uomo mezzano e borghese come quasi tutt’i letterati di quel tempo, nella sua bontà e tranquillità facilmente stizzoso, e che non sa conquistare la libertà e non sa patire la servitù, e tutto rimpiccinito e ritirato tra le sue contrarietà e le sue miserie si fa spesso dar la baia per le sue distrazioni e le sue collere; andate a vedere quest’uomo quando fantastica e compone. Il suo sguardo s’illumina, la sua faccia è ispirata, si sente un iddio. Là, su quella fronte, vive ciò che è ancora vivo in Italia, l’Artista.

[Francesco De Sanctis, L’Orlando Furioso, in Storia della letteratura italiana, Milano, Feltrinelli 1970, p. 453]