Lì al Pirellone

mercoledì 31 Ottobre 2012

Si sente? Ecco, io son sempre quello là di Parma che scrive dei libri e questa settimana siamo stati al Pirellone, a Milano, dove doveva esserci l’ultima seduta della giunta regionale lombarda.
Ecco io quando sono entrato lì al Pirellone, a vedere la gente che c’era lì al Pirellone, e la confusione che c’era lì al Pirellone, a me è venuto in mente quel che aveva detto il socialista Pietro Nenni nel 1962, l’anno che i socialisti erano entrati per la prima volta al governo, quando aveva detto che loro erano entrati nella stanza dei bottoni e si erano accorti con stupore che nella stanza dei bottoni non c’erano i bottoni, e la stessa cosa m’è sembrata a me lì al Pirellone, che è un’aula senza finestre, una specie di bunker, che invece i bottoni magari lì c’erano, ma anche se c’erano, la gente che c’era lì che avrebbe dovuto maneggiare i bottoni, non sembravan mica dei tecnici dei bottoni.
Non so, per esempio io l’altro giorno, ho perso il portafoglio, e sono stato dai carabinieri, e son rimasto lì ad aspettare cinque minuti e a guardare la foto del presidente della Repubblica e il presidente della Repubblica, a guardarlo, ti guardava anche lui.
Con la sua faccia da presidente della Repubblica. Con quella cravatta. Con quel nodo da presidente della Repubblica. Che anche lui, io sono uno che si lamenta, di carattere, ma anche lui, tutti i giorni vestirsi da presidente della Repubblica, non dev’essere mica facile, ho pensato.
E ho pensato che io, da ragazzo, i politici, non mi dispiacevano mica. C’eran certi partiti che avevan dei nomi bellissimi, Partito Socialista Italiano.
E c’era quell’idea del potere, ma non del potere, di poter fare le cose. Tipo la stanza dei bottoni.
Ecco, i politici, la stanza dei bottoni, su di me, quando ero un ragazzo, avevano il fascino che ha un operatore di un escavatore, o di una gru sopra un ragazzo, che l’escavatore, o la gru, eran la variante operaia della stanza dei bottoni.
E invece adesso, che adesso tra poco ci saranno tante di quelle elezioni, io adesso, da vent’anni a questa parte, e anche alle prossime, i politici di adesso, magari mi sbaglio, ma quelli che c’erano lì al Pirellone e anche gli altri, i politici nuovi, da una ventina d’anni circa, non che sia contrario in assoluto, solo che ci voglion dei requisiti, perché abbiano la mia fiducia, e il requisito minimo, per me, che perlomeno non abbian la faccia tosta di candidarsi.
Ecco, uno così, che non ha la faccia tosta di candidarsi, io lo potrei anche votare, ho pensato l’altro giorno lì al Pirellone.

[Testo della cosa che è andata in onda ieri a Volo in diretta]