Leskov

giovedì 3 Novembre 2011

Ma l’attività più elevata aveva luogo nei «nidi» centrali dell’autorità distrettuale: cioè nelle cancellerie dei tribunali, dove si cominciava con la spossante e noiosa annotazione dei registri e si finiva con la lieta operazione di spolverare le pareti e lavare i pavimenti. La lavatura dei pavimenti era qualcosa come le orge classiche nei giorni della vendemmia, quando ogni cosa esprimeva intensa esultanza ed un solo pensiero: vivere e gioire, sinché non viene l’ora della morte. Alle cancellerie, con una piccola scorta di curvi invalidi, giungevano dalla prigione alcune detenute mortalmente annoiate, le quali, cogliendo il breve attimo di felicità, godevano qui dei seducenti diritti del loro sesso: dare diletto al destino dei mortali. I décolletées e le manches courtes, con i quali andavano al lavoro, provocavano una tale eccitazione sui giovani impiegati in servizio, chini sulle carte, che per conseguenza di ciò, com’è noto, nelle prigioni non di rado venivano al mondo i cosiddetti «figli della lavatura dei pavimenti», di non riconosciuta, ma senza dubbio nobile origine.

[Nikolaj Leskov, I racconti dei “giusti”, a cura di Piero Cazzola, cit., p. 219]