L’educazione dei bambini
Il diffuso interesse per la meccanica nella cultura francese del XVIII secolo era legato alla generale tendenza dell’epoca a spiegare qualunque meccanismo (storico, biologico, psicologico) con le leggi della meccanica. Un processo parallelo, ma non direttamente conseguente, provocava la tendenza dei pedagoghi del XVIII secolo a educare i bambini all’attività manuale. L’epoca stessa si spiegava questo interesse con il metterlo in relazione all’idea di prossime e radicali trasformazioni sociali e all’idea rousseauiana della società ideale. È noto che l’ambasciatore russo a Londra, il conte Voroncov, insegnava al figlio (Mišenka, come lo chiamava Karamzin) il mestiere di fabbro, con la motivazione che presto in Russia ci sarebbe stata la rivoluzione, e che allora al figlio, cittadino di Kaluga o di Tua, non sarebbe mancato il pane.
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Questa passione illuminista ha prodotto però anche Luigi XVI, esperto fabbro specializzato in meccanica. La leggenda vuole che sia stato proprio lui a correggere i disegni di Guillotin, l’inventore della celebre ghigliottina. Presa in sé, la ghigliottina non era che una delle tante invenzioni dell’epoca. Il fatto che Luigi XVI abbia preso parte alla progettazione della macchina che poi gli avrebbe tagliato la testa fu perfettamente casuale. Casuale fu anche, in un certo senso, che proprio questo tipo di esecuzione capitale divenisse il simbolo della Rivoluzione francese (gli aspetti tecnici dell’esecuzione del re durante la Rivoluzione inglese non hanno assunto alcuna valenza simbolica). La ricostruzione storica retrospettiva ha interpretato invece questo concatenarsi di avvenimenti come significativo e non casuale.
[Jurij Lotman, Cercare la strada, op. cit., p. 37]