Le solite figure

sabato 13 Giugno 2015

de matteis

Testamento lografo da me confezionato secondo consiglio legale di Peppe ‘a paglietta che se ha sbagliato l’affogo dall’aldilà morto e ‘bbuono. Dice che, essendo moribondo, la mia volontà, scritta a mano con la data e la firma, vale pure cogli errori e sparambio il notaro [risparmio il notaio]. Perciò io mi fido e scrivo come posso.
In primis. Tutto ai miei figli e a mia moglie diciamola così, che mai la voletti sposare e feci bene. Madre disamorata. Che sa dove sta.
In secundis. Leggittima a Michele figlio, leggittima a Elena figlia, leggittima a Gaetano figlio dal loro caro padre estinto qui presente che li ha riconosciuti al tribunale e li vuole bene come sanno.
In terzis. Superchio a sorema [quel che resta a mia sorella] e al soprastante Peppe suo marito, con onere di cura fino a morte fatta e esequie. Se muore Peppe prima di me, che mi pare possibile datosi che sta scassato buono per vizzi di gioventù, il superchio va tutto a sorema con onere di cura e di esequie come sopra.
In fundis. Mi arraccomando le esequie. Non facciamo le solite figure di pezzente.

[Salvatore De Matteis, Essendo capace di intendere e di volere, Palermo, Sellerio 1998 (7), pp. 26-27]