La Traun

lunedì 25 Maggio 2009

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Il ponte della ferrovia sopra la Traun, sul quale alzavo lo sguardo come su ciò che di più immenso e straordinario io conoscessi, assai più immenso e straordinario di Dio, del quale per tutta la vita non mi è mai importato niente, quel ponte era per me, com’è naturale, l’Eccelso. Non a caso avevo sempre così tanto speculato sul modo di far saltare in aria questo Eccelso. Mio nonno mi aveva illustrato tutti i modi possibili per far saltare in aria il ponte. Con la dinamite tutto poteva essere annientato, bastava volerlo. In teoria io anniento tutto, capisci, tutto ogni giorno, diceva. In teoria, ogni giorno e in ogni momento, a piacere, era possibile distruggere, far crollare, estinguere tutto. Questo egli sentiva come il più straordinario dei suoi pensieri. Io a mia volta me ne sono appropriato e con esso mi sono baloccato vita natural durante. Uccido quando mi pare, faccio crollare quando mi pare. Anniento quando mi pare. Ma la teoria è soltanto teoria, diceva mio nonno, e subito dopo si accendeva la pipa.

[Thomas Bernhard, Un bambino, tr. it. Renata Colorni, Milano, Adelphi 1994, p. 23]