La stazione di Parma
“Mi meravigliavo tutte le volte che arrivavo nella stazione di Parma che era un posto stranissimo, era una stazione nuova, su tre piani, con le scale mobili, ricordava vagamente la stazione di Amsterdam solo che non c’erano treni, a Parma, non c’erano treni veloci era una stazione di tre piani dove di treni ne passavano meno di quando di piani, nella stazione di Parma, ce n’era uno e basta, come in tutte le altre stazioni emiliane” scrive Paolo Nori in “Undici treni” (Marcos y Marcos). La stazione di Parma è il simbolo della decadenza di Parma: le città italiane decadono quasi tutte ma solo qui alla decadenza si aggiungono simili dosi di presunzione e ridicolo. Non solo qui ma soprattutto qui si fa largo l’idea di rieleggere il sindaco uscente: non sia mai che un sindaco nuovo tentasse un’inversione di tendenza… Chi abita a Parma, chi prende il treno a Parma, chi vota a Parma abbisogna della pazienza di Giobbe: prego per ottenerla.
[Camillo Langone sul Foglio]