La grande Mosca a piedi e in metropolitana

sabato 13 Gennaio 2018

Una canzone del cantante bolognese Dino Sarti si intitola Com’è la Russia e comincia così: «Sono stato un po’ dappertutto, a Bazzano, a Seul, a Monghidoro, a Teheran, a Beirut, persino a Rho, ma non ero mai stato in Russia; la cosa più divertente, per uno che va in Russia, – continua Dino Sarti, – è il ritorno dalla Russia, tutti chiedono, vogliono sapere. “Be’, allora, Dino, com’è la Russia?”». A questa domanda, che tutti quelli che son stati in Russia (e anche tutti quelli che ci andranno) si sono sentiti (e si sentiranno) fare, Dino Sarti risponde «La Russia è grande».
Che è una cosa vera, e che vale anche per Mosca.
Così, se venite in viaggio con noi, quando vi chiederanno «Be’, allora, com’è Mosca?», se voi risponderete «Mosca è grande», direte una cosa vera: con più di 12 milioni di abitanti, Mosca è, come popolazione, la città più grande d’Europa ed è una città che io, per conto mio, ho trovato stupefacente fin dalla prima volta che ci sono stato, nell’aprile del 1991, e fin dal primo momento che ero lì, all’aeroporto Šermet’evo II, quando ho alzato gli occhi, mi è sembrato evidente, a guardare il cielo, che eravamo in un paese grande, e mi sono tornati in mente i versi di Velimir Chlebnikov che dicono: «Poco, mi serve: una crosta di pane, un ditale di latte, e questo cielo, e queste nuvole».
Questo viaggio a Mosca, che va dal 23 luglio, lunedì, al 29 luglio, domenica, noi gireremo questa metropoli a piedi e in metropolitana, che, io non ho visto tante metropolitane, quella di Londra, di Parigi, di San Pietroburgo, di Amsterdam e di Lisbona, oltre a quelle italiane, ma quella di Mosca, non c’è paragone.
Tanto che una volta, in Italia, nel 2010, in settembre, su un treno regionale affollato, avevo sentito, senza volere, un signore che raccontava al suo dirimpettaio, che era probabilmente un suo collega, di esser stato in vacanza a Mosca, e di avere visto delle cose bellissime, come per esempio la metropolitana e, di fronte all’espressione interdetta del dirimpettaio si era sentito in dovere di dire «Ah ma, l’hanno fatta gli zar, eh?».

E a me, mi ricordo, era venuto da dirgli «No, guardi, non l’han fatta gli zar, l’han fatta i sovietici», perché era vero, l’avevano fatta i sovietici insieme a tante altre cose come si deve che avevano fatto i sovietici, ma non gliel’avevo detto, e mi era dispiaciuto, mi ero ripromesso che sei mai mi sarebbe capitato di scrivere una guida di Mosca e di San Pietroburgo, ce l’avrei scritto, che la metropolitana l’avevano fatta i sovietici.
E la Mosca che ho visto quando ci son poi tornato, l’anno scorso, nel 2017, era contemporaneamente quella lì, sovietica (nel simbolo dell’Aeroflot ci sono ancora la falce e il martello) che una città stupefacente.
Io che ero abituato, quando venivo in Russia, a venire da un posto più moderno, più progredito, mi sono trovato in una città modernissima, dove funzionava tutto, non solo la metropolitana, e con dei posti, come il Garage, il museo dell’arte contemporanea, che sembrava di essere ad Amsterdam, o a Tokio (anche se io non sono mai stato a Tokio); e, nello stesso tempo, anche nel 2017 bastava alzare la testa, e venivano in mente quegli stessi versi di Chlebnikov: «Poco, mi serve. Una crosta di pane, un ditale di latte, e questo cielo, e queste nuvole».
Il giro che faremo è: Il 23 luglio, lunedì, dopo la cena in albergo andiamo in via Tverskaja e al Petrovskij Pereulok, dove, se tutto va bene, si dovrebbe capire perché in Russia i libri sono importanti come sono importanti, che son più importanti, in Russia, di come sono importanti in Italia.
24 luglio, martedì, al mattino andiamo agli stagni dei Patriarchi, a vedere dove comincia il Maestro e Margherita, poi andiamo alla Bol’šaja Sadovaja, 10, dove abitavano Bulgakov e, nel romanzo, il diavolo, e dove i lettori del romanzo si riunivano, e si riuniscono.
Al pomeriggio alla biblioteca Lenin e, di fianco, al Museo Rumjancev, dove c’è, nel romanzo, l’incontro tra il diavolo e Levi Matteo.
Alla sera, porto chi vuole a vedere il monumento a Lenin ginnasiale (pereulok Orogodnaja sloboda, 6 – metro Čistye prudy)
Il 25 luglio, mercoledì, andiamo alla casa museo di Čechov (Sadovaja Kudrinskaja, 6) e vediamo quella targa «Anton Čechov – Dottore in meedicina», che quando gli muoiono due pazienti di tifo (moglie e figlia del pittore Janov) Čechov fa togliere dalla porta perché si vergogna della sua imperizia. Poi andiamo allo Mchat (Il teatro dell’arte), dove c’è stata la seconda (la prima di Stanislavskij) del Gabbiano, e dove nasce il teatro moderno.
Alla sera, porto i volontari a vedere una casa, dietro il Cremlino, dove abbiamo vissuto sia io che la figlia di Stalin e sulla quale hanno scritto un libro celebre che si chiama La casa sul lungofiume (ulica Trofimoviča);
Il 26 luglio, giovedì, andiamo sulla piazza rossa, che significa sia piazza rossa che piazza bella, e, chi vuole, a vedere la salma di Lenin, che è pur sempre la salma di Lenin; poi, dopo pranzo, andiamo al Cimitero di Novodeviče, dove ci sono le tombe di Čechov, Bulgakov, Gogol’, Chlebnikov e tanti altri.
Se siamo riusciti a ottenere le necessarie autorizzazioni, sarebbe bello posare la panchina vicino alla tomba di Chlebnikov.
Alla sera, con quelli che vogliono, andiamo al teatr Na taganke che è dove lavorava Visockij, che è il cantante e l’attore russo più conosciuto, in Russia, nel 900, come Fabrizio De André, o Domenico Modugno, ma è molto diverso sia da Fabrizio De André che da Domenico Modugno.
Il 27 luglio, venerdì, andiamo alla Tretjakovskaja galereja, che è il museo russo (cioè con l’arte russa) di Mosca, poi alla casa Museo di Gor’kij (ул. Малая Никитская, 6/2, metro Arbatskaja) che, per volontà di Gor’kij, è a ingresso gratuito, poi andiamo museo d’arte contemporanea, il Garage, al Gor’kij park, che chiude alle 20). Quando usciamo andiamo a vedere il monumento a Pietro il grande che ha un storia stranissima (era un monumento a Cristoforo Colombo, per festeggiare i 500 anni della scoperta dell’America).
Il 28 luglio, sabato, giorno libero, tutti fanno quello che vogliono.
29 luglio domenica, si torna in Italia.
State bene
[I prezzi del viaggio si sapranno presto, entro fine gennaio, il viaggio sarà presentato il 23 marzo a Milano (clic), per informazioni si può scrivere da subito a info@associazioneitaliarussia.it]