La camera cieca

venerdì 27 Maggio 2016

Schermata 2016-02-15 alle 09.20.51

Raffaello Baldini, che è un poeta che scriveva prevalentemente nel dialetto di Santarcangelo di Romagna, e scriveva delle poesie come questa, che si intitola La cambra schéura (La camera cieca):

Che pu um suzéd da rèd, e u n sint niseun,
(Che poi mi succede di rado, e non sente nessuno,)
tla cambra schéura, ad sòtta, tra i pan spórch,
(nella camera cieca, di sotto, tra i panni sporchi,)
a céud la pórta, e a rogg. Dopo a stagh méi.
(Chiudo la porta, e urlo. Dopo sto meglio)

Baldini, dicevo, una volta ha detto che quelli che sanno il dialetto, quando parlano in dialetto non fanno mai errori, che è una cosa alla quale non avevo mai pensato ma che mi vien da dire che è vera; c’è una libertà, nel parlare in dialetto, che è abbastanza stupefacente e è dovuta, forse, al fatto che non ci si mettono in mezzo la scuola e la grammatica prescrittiva, se capisco bene cosa vuol dire grammatica prescrittiva e quella libertà lì, nel Morgante, io ho l’impressione di sentirla tutta.