Io sono vivo, voi siete morti
sabato 28 Maggio 2016
In 1984 Orwell immagina che la polizia, per esercitare una pressione personalizzata su ciascun individuo, cerchi di scoprire ciò che più spaventa i singoli cittadini: uno ha paura di essere sepolto vivo, un altro di essere divorato da un topo. Per Dick, l’idea che qualcuno potesse rompere i suoi preziosi dischi aveva il medesimo carattere di orrore assoluto. Di libro in libro mogli crudeli giocano questo brutto tiro ai poveri mariti e, nel suo penultimo romanzo, Yaveh in persona ricorre a questa minaccia pur di mobilitare l’eroe protagonista, restio ad assecondare la Sua volontà.
[Emmanuel Carrère, Io sono vivo, voi siete morti, traduzione di Federica e Lorenza Di Lella, Milano, Adelphi 2016, p. 27]