In autobus

giovedì 1 Settembre 2011

Certo, viene pure il momento, socialmente responsabile, del decesso; ma la scienza, che si impiccia di cose che non la riguardano, continua a dilazionarlo; nel 2020 i “vecchi” saranno due miliardi, e sarà praticamente impossibile sedersi in autobus. L’espressione “soluzione finale” è stata inventata qualche tempo fa, e ogni tanto si riaffaccia; sono convinto che qualcuno capace di teorizzare l’intrinseca malignità della classe anziana si troverà. E allora si comincerà a studiare veramente non il problema, ma la soluzione. Voi mi capite. Epidemie selezionate. Inverni artificialmente prolungati e rigidi. Cibi maliziosamente specifici. Multe conciliabili a chi travolge un vecchio con la macchina. “Feste dell’anziano”, con giochi pericolosi e obbligatori. Magari guerricciole concordate. Ma suppongo che si cercherà di incrementare il suicidio degli anziani, con una raffinata propaganda subliminale. Televisione, cinema – da affidare agli scandinavi – e articoli di fondo pieni di simpatia per l’anziano suicida.
Ma attenzione: se tutti quei miliardi persuasi cominciassero a buttarsi dalla finestra, i marciapiedi diventerebbero impraticabili; se si impiccassero, non ci sarebbe più spago neanche per un pacchetto di paste domenicali. Forse, bisogna affrontare il problema a monte. Magari, un po’ di guerra seria, no?

[Giorgio Manganelli, Improvvisi per macchina da scrivere, cit., p. 98]