Londra, 1854
Nel suo saggio su Gogol’, Nabokov racconta che nel 1854, per gli editori Hurst e Blackett, eredi di Henry Colbur, al 13 di Marlborough street, a Londra, usciva un libro intitolato Vita familiare in Russia narrata da un nobile russo.
Questo libro recava un’avvertenza che Nabokov definisce Notevole: I diritti di pubblicazione di quest’opera sono riservati e gli editori si riservano i diritti di traduzione.
E una presentazione, scrive Nabokov, che conteneva i seguenti brani altrettanto notevoli: Quest’opera è stata scritta da un nobile russo, che ha proposto il manoscritto in inglese agli editori; il compito del curatore si è limitato a quello di correggere gli errori di espressione, del tutto prevedibili se si pensa che l’autore ha scritto in una lingua non sua. Questo libro ci fornisce l’occasione di spingere lo sguardo all’interno delle circostanze e dei rapporti esistenti nella società russa; l’autore afferma che la storia è vera, e che i fatti sono ben noti in Russia. Siamo spiacenti di non essere autorizzati a citare il nome dell’autore (benché l’opera in sé non abbia bisogno di ulteriori verifiche, dato che la sua autenticità è suffragata quasi ad ogni riga); ma l’autore conta ancora di tornare in patria, e sa perfettamente che un riconoscimento di paternità, per un’opera che possiede una tal forza satiritca, non sarebbe per lui una raccomandazione particolarmente vantaggiosa, se non forse nel senso di procurargli un foglio di via per le più remote regioni dei deserti siberiani.
Si vorrebbe davvero conoscere, scrive Nabokov, l’identità di quel nobile russo che tradusse le Anime morte, e che vendette questa roba a una casa editrice inglese evidentemente convinta di pubblicare delle memorie vere.